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La pausa pranzo al lavoro: menù healthy, veg e gluten free

La pausa pranzo è sempre più salutista e breve, rispecchiando nuove esigenze e proponendo soluzioni innovative. Vediamo quali sono i menù light consigliati dai nutrizionisti e le tendenze degli italiani.

Sono sempre più salutiste le pause pranzo in ufficio. Tra le città più sensibili a menu healthy e veg, Milano guida la classifica seguita da Roma, Firenze, Bergamo e Monza.

Tra le professioni più ‘attente’ risultano esserci avvocati, architetti e professionisti nel settore bancario e finanziario.

Il trend enogastronomico emerge da un’analisi del food delivery Deliveroo sugli ordini effettuati con il servizio business (6.000 aziende utilizzatrici a livello globale di cui oltre 500 in Italia).

L’indagine ha registrato in Italia, contemplando pranzi e cene in ufficio, un aumento nel volume degli ordini del 152% nell’ultimo anno per piatti healthy oriented a base vegetale.

Dal punto di vista della scelta gastronomica le specialità preferite per il lunch break nel capoluogo milanese risultano essere le poke bowls (piatti a base di avocado) e le insalate, in particolare la cesar salad e quella realizzata con la quinoa.

A Roma invece, oltre alla cesar salad, vanno per la maggiore i veg-burger, con verdure e ingredienti vegetali al posto della tradizionale carne, la pita vegana, rivisitazione della classica pita greca in chiave veg, e le polpette bio vegane, a base di ceci e di verdure di stagione.

Sappiamo però che al giorno d’oggi si mangia spesso fuori casa, soprattutto consumando il pranzo al lavoro, per cui può essere interessante vedere quali sono i trend rilevati dalle ultime ricerche sul tema, oltre a ricordare i consigli per consumare un pasto equilibrato in pausa pranzo, è importante consumare cereali integrali, frutta, verdura e legumi.

Le tendenze al mangiare sano benessere di questi anni sembrano trovare conferma nei dati emersi dalla ricerca.

In vetta alle preferenze c’è sempre un primo piatto a base di pasta (43%) seguito da piatti proteici come la carne al 20% o mozzarella e   verdura e contorni il 24% e da frutta 23%.

Basso impatto di scelte veloci come panini e piadine che registrano poco più del 10%.

La parola chiave  pausa pranzo  è stata indagata attraverso i social media Instagram e Facebook, in un periodo di 3 mesi e gli assi sono l’approccio emozionale perché la pausa pranzo è un momento per lasciarsi andare e staccare la spina, o  razionale con il controllo del cibo e bilanciamento delle attività e poi quelli di significato del pranzo  che considerano il cibo e le bevande al centro della pausa pranzo.

Poi esistono i salutisti, che controllano attentamente ciò che mangiano in pausa pranzo, badano alla qualità ma anche ai carboidrati, ai grassi, agli zuccheri, al glutine, ed alle proteine animali.

Articolo pubblicato il: 3 Marzo 2019 16:33

Patrizia Zinno

Patrizia Zinno è biologa nutrizionista napoletana e ha lavorato per circa 20 anni presso centri di Diabetologia, di Dialisi, Ematologia e Chimica Clinica. Ora insegna Scienza e Cultura dell’Alimentazione nella Scuola Alberghiera di Scampia.