domenica, Dicembre 29, 2024

La vita bugiarda degli adulti, la serie Netflix in arrivo a gennaio: rilasciato il trailer

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Gabriella Monaco
Gabriella Monacohttp://www.2anews.it
Redattrice laureata in 'Lettere Moderne'. Appassionata di Scrittura, Arte, Viaggi e Serie tv."

“La vita bugiarda degli adulti”, prodotta da Fandango e tratta dal romanzo di Elena Ferrante, edito da Edizioni E/O, debutterà il 4 gennaio 2023.

La vita bugiarda degli adulti è in arrivo su Netflix. “Prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero brutta”, dice la figlia Giovanna. Poi il padre Andrea parla con la moglie Nella: “Sta facendo la faccia di mia sorella”, dice.

E lei gli risponde: “Che dici quella è un mostro!”. Quindi l’incontro della nipote con la misteriosa zia Vittoria: “Papà e mamma pensano che mi sto facendo uguale a te”. “Le parole di Elena Ferrante sono molto belle e dentro vi abbiamo trovato molte cose. Adattare un romanzo per il cinema non è molto complicato perché in ognuno di noi, durante la lettura si generano delle immagini”.

Così il regista Edoardo De Angelis, a Roma, in occasione della anteprima stampa dei primi due episodi della serie in sei puntate “La vita bugiarda degli adulti”, prodotta da Fandango e tratta dall’omonimo romanzo di Elena Ferrante, edito da Edizioni E/O, che debutterà il 4 gennaio 2023 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. I sei episodi della serie sono stati scritti da Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e dal regista.

Durante il suo percorso di crescita, Giovanna (Giordana Marengo) si confronta con gli adulti della sua famiglia, in particolare con i genitori Andrea (Alessandro Preziosi) e Nella (Pina Turco) e con la figura enigmatica della zia Vittoria (Valeria Golino). “Si tratta di una serie potente e ambiziosa dove il talento e il carisma di Valeria Golino si incontrano con l’esordio di Giordana Marengo”, afferma Tinny Andreatta, vice presidente per i contenuti italiani di Netflix. La serie e’ un ritratto del passaggio umano e fisico di un’adolescente che sta crescendo in una Napoli degli anni ’90.

Dall’incontro con una zia detestata dal padre, Giovanna abbandona il comfort del Vomero per scendere nella Napoli più viscerale, smodata, a tratti sguaiata e iniziare un vero e proprio viaggio di formazione dentro una “città di sotto”, tra le sue strade, le sue storie e anche le sue ferite. Le musiche originali della serie sono di Enzo Avitabile.

Valeria Golino dice: “zia Vittoria è un personaggio forte, potente, che mi aveva colpito ancora prima, quando avevo letto il libro, sbagliato, disobbediente, libero e sguaiato. Mi sono preparata tantissimo, sentivo un forte senso di ansia. Anche per suonare la fisarmonica in una scena che dura tre minuti, ho studiato mesi. Edoardo è il regista più calmo con cui abbia lavorato, non ti mette mai in allarme”. Sulla bugia Golino risponde: “un bravo attore non deve essere un bravo bugiardo ma la maggior parte delle volte lo è. Io a lungo ho pensato che zia Vittoria non fosse bugiarda, poi ho capito che in realtà lo è. Io credo che la bugia talvolta è necessaria e in quel caso se serve la dico bene”.

Per Preziosi, “la legittimazione della bugia è una componente fondamentale del racconto in genere. Quelle di quel mondo, di una certa borghesia, prima o poi vengono allo scoperto. Questa serie è una esperienza che mi porterò sempre dentro”.

Ma Elena Ferrante come ha interagito durante la realizzazione della serie? Edoardo De Angelis racconta: “abbiamo avuto un rapporto epistolare, molto affettuoso, ma anche molto formale”. Giordana Marengo (Giovanna): “Fin dal primo incontro mi sono aperta con Edoardo De Angelis, potermi far conoscere da lui è stato molto importante. Quando sono stata presa è stata una grande emozione, indescrivibile a parole. Passavo più tempo con il regista che con mia madre. Ricordo che Valeria Golino la prima volta che ci siamo visti mi ha abbracciate creando subito una forte empatia”.

Pina Turco (la madre): “forse è stata una delle prime volte in cui ho trovato semplice entrare dentro la parte, probabilmente perché assomiglia molto a mia madre, è una tipologia antropologica che conosco bene. Commette l’errore delle donne, anche di qualche anno fa, di affidare tutta la sua felicità a un uomo. Per me è stato un viaggio molto intimo”.

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