mercoledì, Novembre 27, 2024

Lächeln, quando la narrazione diventa cura

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

Dalla pagina Facebock Lächeln, all’evento “Resilienza, il potere nascosto”, Alessia De Filippo ci racconta la malattia: perché raccontare la malattia aiuta a guarire.

Dalla pagina Facebock Lächeln, all’evento “Resilienza, il potere nascosto”, che si è tenuto a Pomigliano d’Arco a inizi marzo, Alessia De Filippo ci racconta storie e non storie qualunque, ma storie di malattia. Storie di persone come lei che, a un certo punto della loro vita, hanno incontrato la malattia grave e hanno deciso di reagire: si chiama Resilienza ed è la capacità di rialzarsi e non mollare davanti alle difficoltà.
Seguita già da più di 1200 persone, Lächeln è un luogo virtuale dove chiunque può condividere la sua storia di disagio e sofferenza. Un luogo dove dare voce a chi voce non ne ha, per sdrammatizzare e, soprattutto, per pensare che la vita è bella. Nonostante tutto.

Lächeln, quando la narrazione diventa cura

Il valore della Medicina narrativa

Malattia e resilienza, forza di volontà e sorriso. La chiamano ‘medicina narrativa’. Stimola il paziente a esporre la sua patologia come una cronaca o una favola. E aumenta le chance di guarigione, abbreviandone i tempi. Si sta facendo strada fra le corsie degli ospedali, negli ambulatori degli specialisti e in Rete, nelle comunità di pazienti o nelle bacheche delle associazioni.

La narrazione ha infatti la forza di modificare gli atteggiamenti e di conseguenza l’efficacia di una cura, come dimostra il progetto portato avanti nel centro di Sclerosi Multipla dell’Ospedale di Gallarate, in provincia di Varese: qui i pazienti sono diventati più diligenti e seguono meglio la terapia. Merito della “cartella clinica integrata”: una raccolta di informazioni sulla vita del paziente che emergono durante le visite, dalle sue abitudini alle relazioni che intrattiene, i problemi a casa o sul lavoro, i suoi stati d’animo. La cartella, che affianca quella tradizionale, è condivisa fra tutti gli operatori e ognuno può inserire gli elementi che ritiene importanti sulla persona e la sua storia. Dopo un anno i sanitari hanno chiesto ai pazienti di valutare questo nuovo servizio attraverso un questionario ed è così emerso che la medicina narrativa non solo aveva aumentato la fiducia e la soddisfazione dei pazienti ma anche che i malati avevano seguito la terapia più scrupolosamente. E questo vuol dire avere migliori risultati.

Lächeln, quando la narrazione diventa cura

L’opinione dell’Istituto Superiore di Sanità

D’altronde in Italia la medicina narrativa può contare sull’avallo dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss): “Abbiamo iniziato con le malattie rare perché ognuna di queste patologie colpisce pochissime persone e quindi rappresenta un vissuto di solitudine e isolamento”, dice Amalia Egle Gentile, responsabile scientifico del progetto e referente del Laboratorio di Medicina Narrativa del Centro Nazionale Malattie Rare dell’Iss.

Aprirsi può essere fondamentale – afferma a tal proposito Alessia De Filippo – e io spero di poter essere la portavoce di una categoria debole, che non vuole rinunciare a vivere, che intende aprirsi infrangendo il tabù della propria malattia. Del resto”, aggiunge, “ devo ringraziare la Sclerosi Multipla, perché mi ha fatto crescere, rialzarmi, mi ha fatto conoscere persone meravigliose, mi ha regalato emozioni mai sentite, mi fa ridere e sognare”. Sognare, già. Condividendo i sogni su Facebook. E contagiando amici, reali e virtuali, con un sorriso. Lächeln, appunto. Perché la malattia è un ostacolo, non un nemico.

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