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L’acufene, il rumore “fantasma”: quando preoccuparsi e come curarlo

L’acufene, il cosiddetto “fischio nelle orecchie”, non è una malattia ma un disturbo legato dalla percezione di suoni. Ecco cosa sapere.

L’acufene che cos’è? Ne avete mai sentito parlare? Può succedere a chiunque, nel corso della vita, di avvertire in maniera transitoria, senza che per questo rappresenti un segno patologico, il cosiddetto “fischio nelle orecchie” tanto che, nella cultura popolare, ci sono alcuni detti a riguardo che mettono in relazione il fischiare delle orecchie con varie credenze.

In realtà si tratta dell’acufene, cioè di un rumore, percepito come un ronzio o fischio di varia intensità, intermittente o continuo, che si verifica in assenza di un reale stimolo acustico. Se il disturbo persiste e diventa molto insistente, può anche condizionare la vita di chi ne soffre.

L’acufene non è quindi una malattia, ma può essere considerato un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni non legati a stimoli esterni. Da studi epidemiologici recenti, viene riportato che l’acufene è un sintomo frequente, infatti il 20% della popolazione generale ne ha esperienza.

Di questi, per il 5% per cento costituisce disabilità e nell’1-2% dei casi determina un handicap con forti ripercussioni sulla qualità della vita.

Quali sono le cause dell’acufene

L’acufene è dovuto principalmente a una o più delle seguenti cause:

  • Deficit uditivi. L’acufene può essere il sintomo di processi patologici a carico dell’orecchio, provocati da irritazioni, da traumi, da fattori genetici, da processi degenerativi legati all’età, dall’utilizzo di farmaci ototossici.
  • Fattori psicologici. Alcune situazioni particolarmente stressanti possono portare all’insorgenza dell’acufene. Inoltre, come in un circolo vizioso, l’acufene può peggiorare a sua volta lo stato psicologico di chi ne soffre.
  • Origini somatiche. Recentemente si è scoperto che alterazioni cranio-cervicali e temporo-mandibolari possono dare origine ad acufene non tanto perché tali alterazioni producono rumori, piuttosto perché generano stimoli elettrofisiologici che si trasmettono alle vie nervose uditive e che vengono definiti «somatosensoriali».
  • Altre cause. È infine possibile che l’acufene sia il campanello d’allarme di un tumore encefalico, spesso benigno.

La diagnosi di acufene

Per prima cosa il paziente viene sottoposto a un’accurata indagine uditiva. Il medico specialista audiologo o otorinolaringoiatra presterà particolare attenzione all’esame otoscopico dell’orecchio.

Dopo aver effettuato l’esame di base audiometrico e impedenzometrico e ad alcuni test acufenometrici, effettuerà poi una valutazione del distretto cranio-cervicale e mandibolare. Il medico valuterà se procedere poi con ulteriori indagini.

Come curare l’acufene: alcuni consigli

Una volta accertata la causa (o l’insieme di cause) che ha scatenato l’acufene, è possibile passare alle terapie più adeguate per il tipo di problema. Poiché le cause dell’acufene sono diverse da individuo a individuo, è necessario impostare una terapia specifica e personalizzata per ogni singolo paziente.

È dunque obbligatorio consultare il medico di famiglia e lo specialista per la valutazione della terapia più indicata, che avrà come obiettivo primario quello di rendere sopportabile il disturbo.

Articolo pubblicato il: 28 Maggio 2020 8:50

Maria Sordino

Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.