Salerno – Aveva stretto una relazione extraconiugale con un collega troncandola, però, poco dopo. Il marito non avrebbe dovuto mai sapere nulla, ma la donna non aveva fatto i conti con l’ex amante che non aveva invece alcuna intenzione di rinunciare a quegli incontri clandestini. Così, dopo aver provato in tutti i modi a riallacciare la relazione perseguitando la donna con messaggi e telefonate a tutte le ore del giorno e della notte, l’uomo, un 31enne salernitano, ha deciso di vendicarsi inviando al marito dell’ex amante scatti hot fatti durante la loro relazione clandestina. Scatti hot e video inequivocabili registrati durante i loro rapporti sessuali e condivisi non solo sul telefonino del coniuge ma anche su quello della suocera e di tutti i familiari della coppia. Un incubo per la giovane donna che, disperata, si è rivolta al centro antiviolenza Spazio Donna che, attraverso l’avvocato Stefania De Martino, ha immediatamente sporto una corposa denuncia, corredata da relazioni psicologiche, contro l’uomo che, già destinatario di un provvedimento di ammonimento, rischia ora un rinvio a giudizio con l’accusa di stalking. (Fonte: il Mattino)
Basta fare una piccola indagine nel web e dai motori di ricerca saltano fuori decine e decine di azioni simili, perpetrate da mariti/amanti a danno di mogli e viceversa. Già, viceversa, perché azioni del genere non possono essere definite violenza di genere. Vendicarsi se si pensa di aver subito un torto, immaginare una punizione per chi ha fatto del male a noi o a chi vogliamo bene, è spesso la strada più rapida per placare il dolore e la rabbia. Succede così che la violazione della privacy, il desiderio di vendetta, di ripicca, può riguardare sia l’uomo che la donna traditi e, a conti fatti, un amore violato, un patto di segretezza reciso, una promessa di separazione mai mantenuta e un cuore infranto, diventano gli ingredienti che muovono le fila di gesti inconsulti, di cui poi, solitamente, gli attori protagonisti, uomini o donne che siano, si pentono amaramente. Perché il fenomeno costituisce un vero e proprio reato, di molestia e di diffamazione, che aggiungerà alla sofferenza e all’umiliazione inferta, il peso di una lunga battaglia legale.
Articolo pubblicato il: 10 Gennaio 2018 14:51