Le cattive abitudini a tavola provocano rischi alti per la salute come il fumo, sesso non protetto e alcol. Per salvare noi e il pianeta occorre raddoppiare a livello globale i consumi di frutta, verdura, legumi e noci e ridurre di oltre il 50% quelli di zuccheri e carni rosse entro il 2050.
Sono alcuni dei passaggi dello studio della Commissione Eat-Lancet che sarà presentato a Oslo e pubblicato dalla rivista scientifica Lancet.
L’obiettivo è piuttosto ambizioso: proporre una ‘dieta sana universale di riferimento’ basata su criteri scientifici per nutrire in modo sostenibile una popolazione mondiale di 10 miliardi di persone nel 2050 ed evitando fino a 11,6 milioni di morti l’anno dovuti a malattie legate ad abitudini alimentari non sane.
Condimento consigliato gli oli vegetali, extravergine di oliva o colza. Oltre a cambiare i consumi, riducendo gli sprechi del 50%, gli autori del rapporto fissano obiettivi-limite nell’utilizzo di terra, acqua e nutrienti per la produzione agricola sostenibile. E indicano una grande varietà di aree di intervento per raggiungere questi risultati coinvolgendo governi, industrie e società, come ad esempio l’educazione e l’informazione, l’etichettatura, tasse sul cibo, il sostegno economico alla produzione di alimenti sani.
Ma lo studio di Lancet secondo cui è necessaria una sensibile riduzione dei consumi di carne per nutrire il pianeta in modo sostenibile “ripropone vecchi argomenti anti-zootecnia” e “distorce dati a fini ideologici”, secondo l’associazione europea dei trasformatori di carne (Clitravi). Lo studio della Commissione Eat-Lancet, si legge in una nota, tralascia per esempio l’impatto ambientale di altri settori: “Un volo di andata e ritorno da Roma a Bruxelles genera emissioni molto più elevate rispetto al consumo annuale di carne e salumi” di una persona.
Una “dieta equilibrata e un regolare esercizio fisico possono fare la differenza” Diventa sostenibile in quanto concorre alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi e all’economia e a ridurre l’inquinamento del pianeta- La dieta mediterranea è un modello alimentare caratterizzato dalla varietà, oltre che da un ottimo equilibrio nutrizionale dove gli alimenti più consigliati sono quelli a minor impatto ambientale, cioè i vegetali.
Prevede un elevato consumo di verdura, legumi, frutta fresca e secca, olio d’oliva e cereali (che dovrebbero essere per il 50% integrali), un moderato consumo di pesce e prodotti caseari (specialmente formaggio e yogurt) e un ancora più moderato consumo di carne rossa, carne bianca e dolci. Un mix che non fa male all’ambiente.
Un modello di stile salutare riconosciuto quale “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” che conosciamo ed adottiamo da molto tempo, un modello alimentare sostenibile, in grado di aiutare la nostra salute oltre a quella dell’ambiente. Parliamo di un vero e proprio “elisir di lunga vita”, come conferma uno studio internazionale secondo il quale può incidere in maniera determinante anche sulla longevità
Articolo pubblicato il: 12 Febbraio 2019 10:00