Barbara Karwowska, artista italo-polacca trapiantata a Napoli da 25 anni, celebra il suo quarto di secolo in città con una personale antologica, curata da Fedela Procaccini, visitabile al Castel dell’Ovo dall’11 al 23 gennaio 2018.
NAPOLI. Una sede espositiva simbolica proprio come i quadri di Barbara Karwowska è quella che ospiterà la personale d’antologia dell’artista italo-polacca e soprattutto napoletana da 25 anni: al Castel dell’Ovo dall’11 al 23 gennaio 2018 infatti è in mostra la pittrice adottata dalla nostra città, un’esposizione a cura di Fedela Procaccini.
Nel primo insediamento dell’antica Partenope, sull’isolotto di Megaride in cui si spiaggiò la bella sirena, luogo esoterico e magico per le leggende che da Lucullo risalgono fino a Virgilio e al mitico uovo, la Karwowska tirerà così un bilancio di un quarto di secolo trascorso tra i vicoli di Neapolis, che da secoli non smette di affascinare, stregare e incantare viaggiatori e intellettuali, poeti e pittori, fotografi e registi stranieri.
Le tele, espressioniste e iconiche nella loro semplicità stilistica ricercata, sono caratterizzate da elementi ricorrenti come i centrini merlettati, le piume, il rosso con le sue innumerevoli sfumature care alla pittrice, le smorfie talvolta tristi o sorridenti congelate in un simbolismo naif alla Odilon Redon, fredde e cariche di pathos allo stesso tempo.
Barbara Karwowska ha anche partecipato, nella sua intensa e già lunga carriera, al progetto “SOS Partenope, 100 artisti chiamati alle arti per il libro della città”, donando una delle sue opere alla campagna di crowdfundraising lanciata dal portale editoriale web “Il Mondo di Suk” in collaborazione con Meridonare, per tradurre il Dizionario appassionato di Napoli scritto da Jean-Noël Schifano. L’intellettuale e scrittore francese, già direttore dell’Institut Français di Naples al Grenoble negli anni ’90, è stato immortalato da Barbara in una delle sue ormai numerose grandi tele.
Alla città partenopea e alle sue antiche tradizioni l’artista ha dedicato inoltre negli ultimi mesi anche un ciclo di lavori dal titolo I Tombolati. Siamo di fronte a una serie di ritratti di personalità a lei vicine: amici, conoscenti, giornalisti come Francesca Panico, immortalate nell’attimo di mostrare, coprendo l’occhio destro o sinistro, il tipico numero pescato a sorte nel cestino in vimini – il classico bussolotto dal “panaro” della tombola napoletana appunto – che viene riproposto anche alle spalle della persona, come se fosse un’aureola. Il numero estratto è stato riprodotto poi in forma di delicate e golose cheesecake, disegnate nel corso di queste presentazioni ufficiali, alla Pasticceria Mazz di via dei Tribunali, opere gustose del maestro pasticciere Guglielmo Mazzaro, anch’egli Tombolato per l’occasione.
Questa esposizione al Castello promette di presentare al grande pubblico le opere più significative della sua produzione, esaltare l’evoluzione delle tecniche e delle tematiche, e illustrare le variazioni di stile che hanno contraddistinto il suo percorso. Uno svolgimento artistico che ha visto avvicendarsi idee e pensieri visivi, sempre sviluppati con l’ausilio di una solida preparazione accademica.
La pittura di Barbara Karwowska muove i passi da un espressionismo forte, profondo nella pennellata e nella gestualità vigorosa – alla pari dei cugini tedeschi del Der Blau Reiter di primo Novecento – e volge, attraverso molteplici stati, ad una ricerca più delicata e tenue nei colori. È la figura umana il suo soggetto prediletto, immersa in un’ambientazione che si congeda dal reale e fugge verso un piano metaforico, metafisico: gli spettacoli, il teatro, l’oroscopo, l’incantesimo fiabesco sono i temi che colpiscono per immediatezza e innata sensibilità artistica.
Grazie al ritratto, genere predominante nella sua produzione così come gli autoritratti in chiave mitologica, l’artista indaga sé stessa e gli altri, si incammina in un’indagine introspettiva. Alle persone che abitano il suo universo, artistico e sentimentale, Barbara ha dedicato infatti i cosiddetti Ritratti di Napoli: figure a mezzo busto, sorridenti o malinconiche, avvolte da un fondo monocromo e accostate ad oggetti come la piuma, il merletto, il bussolotto della tombola, firma simbolica e ideale dell’autrice.
La personale vuole raccontare ai visitatori il percorso artistico e umano di una napoletana d’adozione che ha scelto l’arte come principale veicolo comunicativo dei suoi sentimenti e delle sue emozioni.
Info e orari
Sala delle Terrazze Castel dell’Ovo 11-23 gennaio 2018
Vernissage giovedì 11 gennaio, ore 16:30
Orari: dal lunedì al sabato ore 9.00 – 19.00 / domenica 9.00 – 14.00
Nei giorni feriali l’ultimo accesso è consentito fino alle ore 18.15; domenica e festivi ultimo accesso 13.15
Ingresso gratuito