Inquinamento: il triste dato è stato confermato dagli esami batteriologici di Legambiente sulle acque non salate.
Allarmante bollettino di Goletta Verde, la nave-laboratorio di Legambiente che esegue gli esami batteriologici delle acque non salate: il 50% dei fiumi in Campania inquina il mare. Come riporta “Il Mattino”, si tratta soprattutto di scarichi di fabbriche, tronchi e liquami. Riscontrate inoltre acque urbane mal depurate o non trattate affatto lungo oltre il 30% del territorio non dotato di rete fognaria. Vi sono poi intere città dove mancano anche i collettori di collegamento ai 50 depuratori che, sugli oltre 300 fuori uso, funzionano a fasi alterne. Messi insieme con gli esami svolti dall’Arpac sulla salute dei litorali, ne emerge uno scenario disarmante. Sui 31 punti monitorati dai biologi di Goletta Verde, 20 subiscono cariche inquinanti superiori ai livelli consentiti, mentre canali, foci di fiumi e torrenti continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. “La maladepurazione -spiega Davide Sabbadin, portavoce di Goletta Verde- è un’emergenza ambientale che va affrontata con urgenza, visto tra l’altro che siamo stati anche condannati a pagare all’Ue una multa da 25 milioni di euro, più 30 milioni ogni sei mesi finché non ci metteremo in regola. Il nostro monitoraggio punta ad accendere un riflettore sulle criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali. Anche quest’anno la fotografia scattata da Goletta Verde ci restituisce un’istantanea a tinte fosche per molte aree della costa campana“.
Legambiente, le acque più martoriate dall’inquinamento
Tra i record, nonostante i controlli delle forze dell’ordine, la foce del fiume Irno a Salerno, quella del Savone a Mondragone, del Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, dei Regi Lagni a Castel Volturno, del canale di Licola a Pozzuoli e del torrente Asa a Pontecagnano. Sonora bocciatura anche per la foce dell’Alveo Volla a San Giovanni a Teduccio (Napoli) e del canale Olmitello a Barano d’Ischia (località Maronti).