Secondo le ultime notizie confermate dalla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, il Bonus bebè (forma di sostegno al reddito delle famiglie per promuovere la natalità) sarà esteso in modo tale da rendere l’assegno di natalità una misura per tutte le famiglie, a prescindere dal reddito. Ecco tutte le info in merito.
Il bonus bebè è un contributo dedicato ai nuovi nati (o ai figli adottati o affidati) ed è valido per un anno. A partire dal 1° gennaio 2020, non ci sono più limiti di reddito e il bonus diventa universale. Le soglie ISEE restano soltanto per la definizione dell’importo da ricevere. Nel dettaglio:
Il beneficio viene corrisposto per un solo anno, 12 mesi. Se il nuovo nato non è il primo figlio, è prevista una maggiorazione dell’assegno pari al 20%. Quindi le cifre cambiano in questo modo:
Le domande sono gestite dall’INPS che definisce modalità e finestra temporale per le richieste dell’assegno. Fondamentale ai fini della richiesta è l’ottenimento di un indicatore ISEE aggiornato. L’istanza va fatta entro 90 giorni dalla nascita del piccolo, o dal suo ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento, e ci sono tre diverse opzioni per l’invio:
Novità anche per quanto riguarda il bonus asilo nido, contributo economico rivolto alle famiglie con figli che frequentano gli asili nido e che può avere una durata massima di 3 anni: quest’anno aumenta. L’importo del bonus, inizialmente pari a 1.500 euro per tutti, nel 2020 si articola come segue:
L’importo è calcolato su 11 mesi, questo significa che se il piccolo frequenta il nido per un numero inferiori di mesi, riceverà il beneficio soltanto per il periodo di frequenza. Questa forma di sostegno riguarda anche l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione, nel caso di bambini affetti da gravi patologie croniche che impediscono la frequenza di un asilo.
Per ottenere il bonus occorre indicare le mensilità nelle quali il piccolo frequenterà la struttura e inviare le ricevute di pagamento delle rette già versate al momento della presentazione della domanda. I pagamenti successivi devono essere inviati all’INPS alla fine del mese a cui si riferiscono e non oltre il 31 dicembre dell’anno per cui si fa domanda. Anche in questo caso ci tre diverse opzioni per l’invio:
Articolo pubblicato il: 13 Febbraio 2020 11:23