Il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo (M5S), ha chiesto alla sua omologa Ellen Lord, nel corso di un incontro tenuto a Washington lo scorso 26 gennaio, il supporto nell’indirizzare altri Paesi a realizzare i propri velivoli in Italia presso lo stabilimento Faco di Cameri (Novara), gestito dal gruppo Leonardo.
Come riporta “Startmag”, l’incontro sarebbe stato incentrato sull’illustrazione “informale” della posizione del governo italiano sugli F-35, ribadendo il sì ai 90 velivoli ma rimodulando costi e tempi dell’acquisto. L’Italia è partner di Livello II del programma Joint Strike Fighter (Jsf), cacciabombardiere assemblato da Leonardo per conto di Lockheed Martin nello stabilimento Faco di Cameri.
L’impegno italiano prevede l’acquisto di 90 velivoli (rispetto ai 131 iniziali), di cui 60 di tipo A, a decollo e atterraggio convenzionale, e 30 di tipo B, a decollo corto e atterraggio verticale, 15 per l’Aeronautica e 15 per la Marina militare. Per il momento ne sono stati consegnati 11 e per altri 14 sono già stati firmati i contratti per consegne fino al 2022.
Nello stabilimento Faco lavorano circa 1000 addetti, di cui 591 dipendenti del gruppo Leonardo e gli altri con contratti di somministrazione, in un’attività che porterebbe nel sistema economico italiano oltre 15 miliardi di dollari nell’arco della produzione e della manutenzione del programma F-35 (con ricadute di oltre 5000 posti di lavoro, tra indotto e impiego diretto).
Articolo pubblicato il: 29 Gennaio 2019 16:39