Il gruppo Leonardo, secondo quanto riporta il sito “Sassate.it”, avrebbe puntato sul real estate, ovvero la vendita di alcuni beni immobiliari, per migliorare i conti.
L’ad Alessandro Profumo avrebbe infatti individuato nella vendita della storica sede romana di palazzo di piazza Montegrappa (dove il gruppo risiede da più di 20 anni) e di altri assetti immobiliari l’unica strategia di sopravvivenza fino alla fine del suo mandato, dopo i tagli di bilancio alla Difesa apportati dal Governo e un piano industriale bocciato dagli investitori.
La sede centrale del gruppo e gli altri uffici ad essa direttamente collegati dovrebbe trasferirsi presso l’attuale sede Unicredit di viale Tupini nel quartiere Eur di Roma. Tale decisione, oltre ad avere un interessante ritorno economico, avrebbe il vantaggio di concentrare in un’unica struttura tutti i servizi e le direzioni corporatura aziendali.
Tuttavia, tale mossa non sembra gradita a molti all’interno dell’azienda, in quanto sembra essere dettata da altre strategie. Secondo alcune fonti riservate, questa svolta sul real estate imposta da Alessandro Profumo, che peraltro ha già iniziato a vendere anche altri pezzi di stabilimenti (come una parte dello stabilimento di Fusaro nell’hinterland napoletano alla francese MBDA), sembra essere dettata dall’intento di creare le condizioni per un’uscita anticipata e non concordata dal gruppo.
Il mandato di Alessandro Profumo scade nel 2020, ma tali strategie potrebbero servire per forzare la mano al Governo per il suo allontanamento a fronte di buone uscite ben remunerate.
Qualche tempo fa il sito “Sassate.it” aveva diffuso la lettera anonima di un dipendente di Leonardo, durissima nei confronti del gruppo guidato da Alessandro Profumo. Eccone il testo integrale:
“Viviamo in un paese straordinario. Questa è l’Italia che ogni giorno ci stupisce nel bene e nel male. Purtroppo però sempre più spesso nel secondo caso. A darci ulteriore conferma di questo assunto oggi ancora una volta è Leonardo e la sua dirigenza. Questa, che forse è l’ultima vera multinazionale italiana, è lo spaccato perfetto dei vizi e delle virtù del nostro amato Paese.
Ne è l’esempio l’annuncio in pompa magna che Gianni De Gennaro, ex superpoliziotto Antimafia, ha dato per la nascita della fondazione Leonardo che come missione avrà la diffusione della cultura del mondo dell’aerospazio e della difesa. A capo della stessa un altro simbolo della lotta alla mafia, l’ex giudice e presidente della camera Luciano Violante.
Ma allora c’è da chiedersi perché con un tale vertice aziendale, completato da un amministratore di grido come Alessandro Profumo, non si guarda a fondo a quello che avviene all’interno del gruppo dove il malaffare regna ancora sovrano? (come denunciato più volte in alcuni comunicati anonimi diffusi in molti siti Leonardo) Dove, si è mormorato, addirittura di un possibile scandalo legato alla frequentazione di escort (si dice addirittura minorenni); a questa brutta storia ve ne sarebbe legata una di ricatti ai danni di alti dirigenti del gruppo.
Ma come è possibile che i vertici siano così ciechi da non vedere tutto quello che succede? Forse dall’alto della loro torre di avorio non riescono a vedere cosa nuota nelle acque putride sotto di loro? O forse perché questo vertice è più impegnato a tutelare se stesso, visto che i nuovi riferimenti politici non garantiscono più come una volta, una successione dolce ad altre comode poltrone di stato?
In effetti è meglio far “passare ‘a nuttata” e sperare di passare indenni l’ondata di liquami che tocca dal basso la torre d’avorio della dirigenza di Leonardo piuttosto che affrontare i problemi e risanare un gruppo che rappresenta comunque la massima espressione delle tecnologie di punta italiane“.
Articolo pubblicato il: 13 Febbraio 2019 18:36