lunedì, Dicembre 23, 2024

Madre e figlio ricoverati per colera a Napoli

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Francesco Monaco
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Francesco Monaco, giornalista. Esperienza dalla carta stampata a internet, radio e tv. Scrittore, il suo primo romanzo: 'Baciami prima di andare'.

I due casi di colera riguardano madre e figlio rientrati di recente da un viaggio in Bangladesh: sono ricoverati entrambi presso l’ospedale Cotugno di Napoli.

Due casi di colera sono stati registrati oggi all’ospedale Cotugno di Napoli. Si tratta di un piccolo paziente di 2 anni, trasferito dall’ospedale pediatrico Santobono, e la madre, rientrati recentemente da un viaggio in Bangladesh. Madre e figlio, che risiedono a Sant’Arpino in provincia di Caserta, sono in condizioni stazionarie e “la situazione è del tutto sotto controllo”, assicura Antonio Giordano, commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto). I due pazienti sono originari del Bangladesh ed erano tornati di recente nel loro paese d’origine per un soggiorno con i parenti per poi rientrare in Italia.

“Immediatamente – spiega Giordano – è stata allertata la Asl competente e sono state attivate tutte le procedure previste dai protocolli. I contatti familiari del caso indice sono stati già individuati e sono attualmente sotto stretta osservazione sanitaria”. I campioni prelevati da madre e figlio sono attesi per domani all’Istituto superiore di sanità. “Due casi altamente probabili che dovranno essere confermati dai nostri laboratori. I risultati saranno disponibili entro un paio di giorni”, spiega all’AdnKronos Salute Gianni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss.

I casi di colera in Italia, tutti di importazione, “sono estremamente rari – precisa l’esperto – Possono esserci anni in cui non ne registriamo nessuno, anni in cui se ne registrano due o tre. Ma sono possibili, perché le persone oggi viaggiano molto e questa malattia, a trasmissione oro-fecale, è presente in diversi Paesi”. Non ci sono grossi pericoli, però. “Se le persone contagiate vengono isolate subito, reidratate e trattate, l’infezione non fa grossi danni. E, in ogni caso, non c’è pericolo di contagio su ampia scala”. Per quanto riguarda il caso di Napoli, “tutte le persone venute a contatto con i pazienti saranno tenute sotto osservazione”, conclude Rezza.

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