di Luigi Maria Mormone – Il boss Totò Riina è morto stanotte a Parma, dopo aver compiuto 87 anni proprio ieri. Malato da anni, negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate, tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute (istanza che il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto a luglio). Le condizioni del capo di Cosa Nostra si erano ulteriormente aggravate ieri per complicazioni in seguito a due interventi chirurgici, motivo per cui il Ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva firmato il permesso per consentire ai parenti di visitarlo all’ospedale di Parma, dove era ricoverato. La scalata del “capo dei capi” ai vertici di Cosa Nostra è stata contraddistinta dal contrabbando e dai rapporti con Camorra e Ndrangheta, fino alle tristi stragi del 1992. Fu lui infatti a decidere di attaccare lo Stato e quindi l’eliminazione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, venendo poi arrestato il 15 gennaio 1993 dopo 24 anni di latitanza (nel corso dei quali ha gestito Cosa Nostra insieme a Bernardo Provenzano). Per le stragi di Capaci e di Via D’Amelio e decine di altri omicidi stava scontando 26 ergastoli.
Articolo pubblicato il: 17 Novembre 2017 11:35