Un 66enne affetto da Morbo di Parkinson è tornato a suonare la chitarra grazie a un intervento realizzato all’ospedale San Salvatore di L’Aquila.
Un uomo milanese residente in Abruzzo, affetto da Morbo di Parkinson, è riuscito a controllare i tipici tremori causati dalla malattia, grazie ad un intervento che solo pochi centri in Italia sono in grado di realizzare.
Il trattamento si chiama stimolazione cerebrale profonda (DBS dall’acronimo inglese Deep Brain Stimulation). Consiste nell’impianto chirurgico di elettrocateteri nelle aree del cervello deputate al controllo dei movimenti, oltre a un dispositivo medico, simile a un pacemaker cardiaco, vicino alla clavicola o nella regione addominale.
Quest’ultimo invia degli impulsi elettrici agli elettrodi situati nelle aree cerebrali, bloccando i segnali che provocano i sintomi motori disabilitanti. I pazienti riescono così ad avere un miglioramento significativo del loro quadro clinico.
L’operazione, la prima del genere in un ospedale abruzzese, è stata eseguita dal dottor Francesco Abbate, ma ha richiesto il lavoro di squadra di un’équipe diretta dal dottor Ricci, in collaborazione con altre figure specialistiche dell’ospedale.
Questo metodo, ad oggi, è la procedura chirurgica più moderna.
L’indicazione per questo intervento è, però, piuttosto rara, visto che solo il 5-10% di tutti i malati di Parkinson si rivela idoneo. I fattori decisivi per stabilire l’idoneità sono il decorso della malattia, il quadro sintomatico, l’età, la situazione e l’ambiente di vita del paziente. Una volta effettuata la procedura, per i pazienti sarà necessario continuare ad assumere i farmaci per la malattia di Parkinson anche se, in alcuni casi, sarà possibile ridurne sensibilmente le dosi.