L’ordinanza della Dda di Napoli, che ieri ha portato all’esecuzione di 30 arresti per Camorra (tra cui quello di Pasquale Piccolo, detto Rockfeller considerato il reggente del gruppo criminale insieme ad Achille Piccolo) ha portato alla luce gli interessi “commerciali” del clan Piccolo-Letizia di Marcianise (da più di 10 anni in lotta con il clan Belforte per il controllo del territorio).
Il clan casertano controllava le estorsioni sul gas, i gadget pubblicitari, l’edilizia e anche il business dei manifesti elettorali. Come riportato da “Il Mattino”, in una conversazione intercettata (del 21 maggio 2016) nel corso di un colloquio in carcere Andrea Letizia (detenuto) consiglia alla moglie: “Nessuno si è organizzato per i manifesti”. L’uomo si riferisce alle consultazioni elettorali sia nel Comune di Marcianise che in quello di Caserta del 2016.
“Tale storica attività costituisce fonte di introiti per i clan marcianisani che, dall’affissione dei manifesti elettorali, ricevono sia profitto in via indiretta, sotto forma di estorsione in pregiudizio dei curatori del servizio, sia nell’ipotesi in cui i criminali si occupassero direttamente del servizio di affissione dei manifesti dei vari candidati”, scrive il gip Valeria Montesarchio.
Articolo pubblicato il: 9 Aprile 2019 16:18