mercoledì, Gennaio 15, 2025

La voce di Napoli: Mario Maglione e il canto eterno della tradizione partenopea

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

Mario Maglione, il cantore dell’anima napoletana, ha celebrato con orgoglio i suoi settant’anni di vita e i cinquant’anni di una carriera dedicata all’immortale tradizione della canzone classica partenopea.

Un doppio anniversario che ha il sapore della leggenda: nel 2024 Mario Maglione, il cantore dell’anima napoletana, ha celebrato con orgoglio i suoi settant’anni di vita e i cinquant’anni di una carriera dedicata all’immortale tradizione della canzone classica partenopea.

E come un vero maestro del tempo, ha trasformato questa pietra miliare in un trampolino di lancio verso nuove sfide, pronto a continuare il suo viaggio artistico tra emozioni, note e poesia. Dopo aver festeggiato i due eventi con un indimenticabile concerto nella maestosa “Sala Scarlatti” del Conservatorio San Pietro a Majella ed un altro nello storico teatro Sannazaro, il 2025 si apre per Maglione con una valigia colma di memorie, successi e la promessa di nuovi orizzonti musicali. Il suo percorso, racchiuso anche nel libro di Vincenzo De Luca “Vico Gerolomini, 11”, resta ancorato alla qualità e all’autenticità dei classici napoletani, testimoniando un amore senza tempo per la tradizione.

Ripercorrendo a grandi passi la sua carriera, qual è il ricordo più bello?

«Il ricordo più prezioso è legato a quel lontano 1974, quando l’inizio della mia carriera di cantante coincise con l’incontro che mi avrebbe cambiato la vita: quello con il maestro Roberto Murolo. Fu lui a guidarmi nei segreti dell’interpretazione, insegnandomi l’importanza della dizione, dell’enfasi e del rispetto delle parole. Quelle lezioni mi hanno accompagnato ogni giorno, e sarò eternamente grato al maestro. A chi oggi mi definisce suo erede, rispondo con umiltà: io sono semplicemente il continuatore del suo modo di cantare».

Qual è il suo pensiero sui giovani artisti che si avvicinano alla canzone classica napoletana?

«Sono ottimista. Con mio grande stupore, intravedo uno spiraglio di luce in un mondo che spesso è stato trascurato e maltrattato. Alcuni giovani interpreti stanno riscoprendo con passione e studio questo immenso patrimonio, e credo che questa dedizione rappresenti una speranza concreta per il futuro della nostra musica».

Tra le canzoni del suo repertorio, quale ritiene sia la più rappresentativa?

«Voce ’e notte, la celebre composizione del 1904 firmata da Edoardo Nicolardi e Ernesto De Curtis. Questa canzone, con la sua struggente poesia, è capace di toccare corde profonde dell’anima, incarnando tutta la bellezza della tradizione napoletana».

Quali saranno i suoi prossimi impegni più importanti?

«A marzo sarò al Teatro Trianon- Viviani per presentare un concerto intitolato “Na voce e na chitarra – Saggi per Roberto Murolo”, un live interamente dedicato al mio indimenticabile maestro. Successivamente, riprenderò il mio viaggio nel mondo, con nuove tournée in Australia e Giappone, per portare le melodie partenopee oltre i confini. Inoltre, registrerò un nuovo Cd accompagnato dal solo pianoforte, dedicato ai brani meno inflazionati del repertorio napoletano, un omaggio alla nostra tradizione di ieri e di oggi».

Con la sua voce intrisa di passione e la chitarra che sembra respirare al ritmo delle onde del golfo di Napoli, Mario Maglione continua a essere il custode di una memoria musicale collettiva, proiettandola verso il futuro con la stessa intensità che lo ha reso un simbolo indiscusso della cultura partenopea.

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