Ieri pomeriggio, lunedì 17 giugno, è stato l’ultimo giorno di Tabula Rasa, installazione site specific esposta presso le Sale Vesevi del Maschio Angioino, realizzata dall’artista Francesco Ciotola e a cura di Raffaele Loffredo, composta da 28 fotografie in bianco e nero realizzate in pellicola medio formato, che ritraggono i siti archeologici di Pompei, Ercolano e Oplontis.
Per due settimane, questa mostra fotografica (patrocinata dal Comune di Napoli e supportata dalle associazioni Abili Oltre, #Re-Start, Fineart Lab, Timeline Napoli e Lo Stato dell’Arte) è stato un entusiasmante via vai di centinaia di visitatori, specialmente di tantissimi turisti stranieri. Il bilancio della mostra non può dunque che essere positivo:
“Mi ritengo pienamente soddisfatto dell’operazione Tabula Rasa -ha dichiarato a “2A News” Francesco Ciotola- Ho avuto il privilegio di poter interloquire con centinaia e centinaia di persone venute a visitare la mostra. L’aspetto più interessante è stato proprio quello di fronteggiare questi flussi e quindi andare a vedere sia come interagivano con l’installazione che con me come artista. Altro aspetto da sottolineare è stato l’aspetto performativo riguardante l’installazione, in quanto mi interessava vedere come le persone si muovessero all’interno dello spazio, visto che la mostra ha ricreato una sorta di tempio con dei pilastri”.
Come in tutti i suoi progetti (tra cui Dreaming Italia, mostra del 2017 al Castel dell’Ovo, attraverso la quale 50 autori hanno raccontato il Paese attraverso la fotografia), anche Tabula Rasa è partita da un aspetto molto caro a Francesco Ciotola, per cui l’arte può e deve avere una funzione sociale:
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