“Undici commissioni consiliari, convocate tutti i giorni che si riuniscono la mattina dalle 9 alle 12 o dalle 12 alle 15.
Non avendo il dono dell’ubiquità un consigliere non può partecipare a tutte le riunioni in programma. Eppure bastano solo 5 minuti di presenza in una commissione per portarsi a casa il gettone di presenza ed il rimborso delle ore che il Comune versa all’azienda del singolo consigliere se il lavoratore è dipendente. Questo è il modo in cui sono organizzate e funzionano le Commissioni consiliari del Comune di Napoli nell’era de Magistris”. È un fiume in piena Matteo Brambilla, già candidato sindaco del Movimento 5 stelle a Palazzo San Giacomo.
“Ma le sembra normale – aggiunge – che questo sia il modo di garantire la trasparenza della macchina comunale? È un meccanismo perverso che penalizza la democrazia. Mi è spesso capitato di vedere consiglieri comunali farsi segnare presenti nelle commissioni solo per far maturare le ore di rimborso da presentare successivamente al Comune”.
Quindi?
“Noi del M5S stiamo facendo una battaglia affinché le commissioni non siano quotidiane e in contemporanea. Ogni consigliere ha il diritto di partecipare a tutte le commissioni. Bisognerebbe calendarizzare i lavori allo scopo di garantire un controllo reale sull’operato dell’amministrazione. In merito abbiamo chiesto il parere all’Avvocatura comunale che ancora non si è pronunciata. Nel frattempo, ci siamo accreditati in più commissioni possibili e cercheremo di entrare in ciascuna commissione. Chiediamo sempre la verifica delle presenze, dell’orario di entrata e di uscita e chiederemo i verbali delle commissioni entro le 24 ore. Qualora ce ne fossero motivi seri, sporgeremo denuncia presso le sedi opportune ed andremo fino in fondo. Tengo a precisare che i segretari di commissione, che sono dei dipendenti comunali, sono tenuti a verbalizzare l’ora di entrata e di uscita dei consiglieri e qualora non lo facessero sarebbe un falso in atto pubblico”.
Cosa mi dice del lavoro svolto in Consiglio comunale?
“Apriamo un capitolo doloroso. La riunione dei capigruppo non si riunisce da tempo e l’ultimo Consiglio Comunale si è svolto il 5 agosto. Da allora non vi è stata alcuna convocazione pur sapendo delle numerose problematiche che attanagliano la città. Resterà tutto fermo fino alla prossima presentazione delle firme per le liste all’elezione della Città Metropolitana. Il sindaco Luigi de Magistris ha fermato l’attività del Consiglio Comunale della terza città d’Italia solo per non andare a toccare gli equilibri interni alla sua maggioranza e per aspettare la prossima tornata elettorale. Tutto questo avviene in una città col Comune in pre-dissesto finanziario; dove non ci sono soldi per pagare i dipendenti del Consorzio San Giovanni che devono essere assorbiti da ABC Servizi, dove non vi è copertura finanziaria per far transitare i dipendenti di ‘Napoli Sociale’ in ‘Napoli Servizi'”.
Parla di equilibri interni alla maggioranza. A cosa e a chi si riferisce?
“I cittadini napoletani devono sapere la realtà delle cose. Il Consiglio Comunale è composto da 40 consiglieri. Per avere la maggioranza ne occorrono 21. Attualmente il sindaco può contare solo su 24 consiglieri. Questo significa che de Magistris è ostaggio di alcuni suoi consiglieri, come Gabriele Mundo, David Lebro e Stefano Buono che possono contare sull’appoggio totale di 7 colleghi: 3 del gruppo “La città”, 3 del gruppo “Verdi – Sfasteriati” e dello stesso Mundo il quale, dopo esser stato eletto nelle fila del centrodestra, è diventato il portabandiera e portavoce del movimento di Luigi de Magistris in Consiglio Comunale e in provincia di Napoli. Basti pensare che è stato delegato dal Sindaco per la composizione e la creazione della lista del Sindaco alla Città Metropolitana. Attualmente sia Mundo, sia i Verdi e sia Lebro stanno spingendo su de Magistris per ottenere un assessore”.
Come mai le cinque Municipalità di de Magistris sono ancora senza governo?
“Il discorso è sempre lo stesso. Mantenere gli equilibri fino alle prossime elezioni della Città Metropolitana. Che io sappia c’è un problema serio di ricorsi presentati dalle opposizioni sia per l’elezione comunale sia per quelle nelle Municipalità che riguardano le liste del sindaco e (per le sole Municipalità) quelle facenti riferimento a Raffaele del Giudice. C’è un ricorso al Tar presentato dall’opposizione, che se dovesse essere accettato porterebbe all’invalidazione delle elezioni delle Municipalità. Oltre a questo rimane il problema della redistribuzione del potere o del peso politico dei vari gruppi. De Magistris, non dimentichiamolo, ha presentato tantissime liste e ora tutti chiedono il conto al sindaco”.
In questi giorni molte associazioni stanno reclamando il diritto alla casa. Cosa ne pensa?
“Importantissima è la commissione Patrimonio dove si decide l’affidamento degli alloggi popolari e dove ci sono gli interessi veri di questa città. Interessi che de Magistris non ha mai toccato. Se, a distanza di cinque anni dalla nomina, il sindaco di Napoli può permettersi di girare senza scorta, ci sarà pure un motivo? Ci sono personaggi legati al mondo della camorra, condannati e destinati al regime carcerario duro (416bis), che hanno ottenuto alloggi popolari con tanto di certificazione e con tutti i documenti in regola, come riportato da diversi articoli di giornale? Mi chiedo, quando sono state vagliate le posizioni in graduatoria di queste persone, si è tenuto conto del loro effettivo? Abbiamo chiesto la mappatura delle persone che occupano le case e quella delle persone che hanno diritto alla casa; i cittadini devono sapere perché proprio tale questione è una delle possibili “merce di scambio politica”, sui territori, per riuscire ad entrare in Consiglio Comunale con tante preferenze. Anche nell’ultima riunione dell’assemblea si sono presentati migliaia di ordini del giorno e di emendamenti che hanno costretto a un super lavoro dipendenti comunali e forze dell’ordine. Il consiglio comunale diventa così teatro di giochi di “trattative” tra maggioranza ed assessori da una parte, che devono “cedere” e consiglieri comunali di opposizione dall’altra che “chiedono” e per farlo tengono in scacco per ore il Consiglio Comunale, ma non per ottenere qualcosa per il bene della città, ma solo per la propria agibilità politica da spendere sui territori di appartenenza”.
Cosa ne pensa del doppio incarico che ha ricevuto Attilio Auricchio e del suo lauto stipendio?
“Bisogna distinguere due aspetti: l’aspetto politico e quello economico. Dal punto di vista politico accentrare due cariche (quella di Direttore Generale e capo di Gabinetto) nelle mani di una sola persona, non è un’idea saggia. Soprattutto in una città con i trascorsi di Napoli. Per quanto invece riguarda l’aspetto economico si deve tener conto del contratto che prevede delle voci con indennità molto alte e dei premi da obiettivi, pari al 20% dello stipendio quindi da 190 mila euro annui si arriva a circa 230 mila euro annui“.
Per quanto riguarda il contratto degli staffisti, Lei cosa ne pensa?
“Il nostro sindaco è famoso per le “scelte effettuate in totale trasparenza”. In realtà le persone dello staff di de Magistris sono le stesse persone che in campagna elettorale orbitavano intorno a DeMa, la sua associazione. A molti di loro ha aumentato la retribuzione portandoli ad una figura professionale più elevata. Alcuni di loro percepiscono più di 50.000 euro annui quando il Comune di Napoli ha più di 8.000 dipendenti comunali. Perché assumere altro personale? Ripeto: hanno fatto tutti la campagna elettorale per de Magistris e molti di loro si sono messi in ferie per seguirlo durante la campagna elettorale, ma le ferie comunque le hanno pagate tutti i cittadini, non solo gli elettori di De Magistris”.
Cosa ne pensa di questa consiliatura. Avrà tempi brevi?
“Fortunatamente è l’ultima di de Magistris. Un sindaco che racconta una città che non esiste non è un buon sindaco. Nel suo discorso d’insediamento ha parlato di città e di un centro storico con una vocazione internazionale. Un’aspettativa che lui e la sua giunta avrebbero esteso anche alle periferie. Io credo che i cittadini abbiano capito dove de Magistris vuole andare a parare. Non ci vuole la palla magica per capire che sta preparando il terreno per le prossime politiche. E lo fa disinteressandosi completamente dei problemi della città che dovrebbe amministrare. Suo fratello Claudio sta tessendo le reti per un prossimo movimento nazionale collegato ai sindaci ribelli che si posizionerà al centrosinistra. De Magistris non farà tutta la consiliatura ma tra un paio d’anni, quando ci saranno le politiche, lui già sarà emigrato in altri lidi, con un Comune affossato definitivamente”