giovedì, Novembre 21, 2024

Matteo Salvini, allarme su Napoli: “Ci sono migliaia di condannati a spasso”

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Matteo Salvini: il ministro dell’Interno (che ieri sera ha fatto visita alla piccola Noemi al Santobono) lancia l’allarme sulla città partenopea.

Verso le 20 di ieri sera, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in Campania per la campagna elettorale della Lega in vista delle Europee, ha interrotto i comizi per recarsi anche all’ospedale Santobono di Napoli, dove ha fatto visita alla piccola Noemi, la bimba di 4 anni gravemente ferita durante la sparatoria in piazza Nazionale dello scorso 3 maggio.

Sul tema sicurezza nella città partenopea, ancora tanto scossa per l’accaduto ma vogliosa di una svolta, il titolare del Viminale è tornato a parlare questa mattina a Milano, dove ha inaugurato una nuova sede dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati.

Salvini ha lanciato un allarme forte: “In giro per Napoli -ha dichiarato il ministro dell’Interno- ci sono liberi oggi non alcune centinaia ma parecchie migliaia di condannati in via definitiva che non sono in carcere ma a spasso. Non è un atto di accusa ma un problema che dobbiamo risolvere”.Matteo Salvini, allarme su Napoli: “Ci sono migliaia di condannati a spasso” Secondo il ministro, “il problema che ha numeri enormi da risolvere è che dopo la repressione tu devi garantire la custodia di coloro che sono stati catturati. Io sto raccogliendo elementi a conferma di un dato che, se fosse vero, sarebbe assolutamente eclatante: ci sono in giro per Napoli liberi oggi non alcune centinaia ma parecchie migliaia di condannati in via definitiva che per problemi di organizzazione, tempi e personale mancante del settore giustizia, non sono in carcere ma a spasso“.

Salvini evidenzia anche qualche numero su tale allarme: “Stiamo parlando di più di 10mila persone, probabilmente 12mila e vuol dire che la prevenzione funziona, la repressione funziona ma manca la fase finale”.

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