di Antonella Amato – È uno studio del gruppo di ricerca dellʼIstituto Pascale di Napoli finanziato da Airc: la particella è comune nei normali nei e diminuisce alla presenza di cellule malate. La molecola, appartenente alla classe dei microRNA e chiamata miR-579-3p, agisce come soppressore della crescita tumorale. I soppressori tumorali sono geni i cui prodotti sono attivi nel controllo della divisione cellulare. Differiscono dagli oncogeni perché i loro derivati inibiscono la divisione cellulare qualora non si verificano le condizioni adatte alla crescita. Per capire come agisce un soppressore tumorale è importante ricordare che tali geni inducono gravissimi problemi attraverso la “perdita della loro normale funzione”. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica PNAS, è stato condotto dall’Istituto Pascale di Napoli guidato dal direttore scientifico, Gennaro Ciliberto, e dal direttore della struttura complessa di Oncologia medica Melanoma, Paolo Ascierto. La ricerca è stata finanziata da Airc in collaborazione con il laboratorio di Carlo Croce all’Università di Columbus negli Stati Uniti.
Il miR-579-3p controlla la produzione di due importanti proteine chiamate oncogeni che promuovono la crescita tumorale. I ricercatori hanno dimostrato che questa piccola molecola funziona da soppressore della crescita tumorale. Lo studio ha infatti confermato che la molecola scoperta è presente in abbondanza nei normali nei, ma la sua quantità diminuisce sempre di più man mano che il melanoma diventa più aggressivo. Fatto ancora più importante è la sua ulteriore riduzione nei melanomi che diventano resistenti col tempo ai farmaci inibitori di Braf e di Mek.
Se la molecola viene “somministrata” alle cellule tumorali dall’esterno, i livelli degli oncogeni scendono e le cellule iniziano a morire. Inoltre, osservazione importante per le sue possibili implicazioni terapeutiche, la “somministrazione” di questa molecola insieme agli inibitori di Braf e Mek impedisce la formazione di cellule resistenti ai due farmaci.