Un prezioso e meritato ricordo di un grande musicista e didatta come Mercadante, che ha lasciato un’impronta indelebile nella musica così come nel teatro, attento alle innovazioni nazionali e internazionali dell’epoca.
Recentemente il Conservatorio di San Pietro a Majella ha dedicato alcuni interessanti incontri alla figura di Saverio Mercadante che fu alunno e direttore di questa celebre scuola di musica, in occasione del 150° anniversario della sua morte.
Allievo di Giovanni Furno, Giacomo Tritto e Nicola Antonio Zingarelli, esordì come compositore teatrale a soli ventiquattro anni con l’opera L’Apoteosi di Ercole, affermandosi due anni più tardi con la sua seconda opera Elisa e Claudio, alla Scala di Milano; era il 1821.
Queste due opere gli aprirono le porte ad una lunga e luminosa carriera artistica, grazie alla quale può essere definito un degno rappresentante della cosiddetta “scuola” musicale napoletana, che fu soggetta a significative trasformazioni anche dal punto di vista storico-sociale, di cui fu un degno testimone.
Nato nel 1795 ad Altamura, si trasferì a Napoli nel 1808 dove il suo genio musicale potè svilupparsi pienamente, rivelando una grande capacità didattica e musicale che lo condusse nelle più grandi e ambite piazze musicali di tutta Europa. Pertanto questo musicista insigne che aveva già favorito l’estro artistico e musicale di eccellenti musicisti come Paisiello e Cimarosa, è stato giustamente ricordato e celebrato a 150 anni dalla sua morte avvenuta nel 1870, all’età di 75 anni.
E proprio in occasione di questo importante anniversario che si inserisce il prezioso lavoro della concertista, musicologa e didatta Olga Laudonia che, in collaborazione con il clarinettista e didatta della musica Antonio De Rosa, ha pubblicato presso la Pizzicato Verga Helvetia, l’edizione moderna della Tarantella da La danza augurale di Mercadante trascritta per pianoforte solo dallo stesso autore.
Infatti, avendo riscosso subito un grande successo fu prepotentemente inserita di diritto nel repertorio musicale dei salotti napoletani di fine Ottocento. Inoltre, presso la Biblioteca del Conservatorio di musica di San Pietro a Majella a Napoli, è custodita una copia manoscritta, che risale al 1860, della citata riduzione per pianoforte della Tarantella Nel Ballo Analogo della Cantata La Danza Augurale del Cav. e S. Mercadante.
Scritta sui versi del poeta lucano Nicola Sole, questa danza augurale per Soli, Coro ed Orchestra, fu eseguita per la prima volta al Teatro San Carlo nel 1859, alla presenza di nobili e regnanti d’Europa, dell’epoca. Fu composta in occasione dell’ascesa al trono di Francesco II e del matrimonio con Maria Sofia Amalia di Baviera e dedicata al cavaliere Vincenzo Capece Zurlo, esponente di spicco di una nobile famiglia napoletana, quando, nel 1826, per ordine di Francesco I il celebre complesso musicale fu trasferito dal convento di San Sebastiano all’attuale sede in via San Pietro a Majella 35, assumendo la denominazione di Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella; un targa posta all’ingresso della stesso recita quanto appena detto.
Ritornando alla Danza Augurale e, visto l’impianto celebrativo della stessa, bisogna aggiungere che i personaggi coinvolti nella scena rievocano le origini di Napoli, come ad esempio la Sirena Partenope o i regnanti Genio delle Sicilia e Genio della Baviera.
Per tale motivo la caratterizzazione della danza è senza dubbio di carattere popolare con balli impregnati di sapore locale che contribuiscono a dare alla danza stessa, un gusto ed una elaborazione armonica e melodica di grande effetto. Come già accennato precedentemente, all’interno di questa Danza Augurale, Mercadante inserì una tarantella il cui successo fu così tale che decise di estrapolarla per farne una riduzione pianistica.
In tempo di 6/8, questa tarantella ha un “colorito” musicale pari ad un “Allegretto” con una tonalità d’impianto di sol minore; segue poi una sezione centrale che modula alla dominante con lo “Scherzando” in re maggiore, per poi ritornare in sol minore; dopo una breve sezione in sol maggiore, la tarantella si conclude con una coda finale “Mosso” in sol minore.
Entrambi i curatori della revisione moderna di questa celebre tarantella, vantano un curriculum di tutto rispetto; il M° Olga Laudonia, con ben cinque diplomi al suo attivo e numerosi corsi di perfezionamento con maestri di fama internazionale, si esibisce da circa vent’anni sia in Italia che all’estero, con un vasto repertorio organistico che spazia dall’antico al moderno, riscuotendo sempre un notevole successo di pubblico e di critica; Antonio De Rosa, dopo il diploma in clarinetto a soli diciassette anni, consegue anche quello in Sassofono insieme all’abilitazione per l’insegnamento di questo strumento; attualmente insegna clarinetto nella scuola secondaria di primo grado.
Il lavoro egregio e prezioso di questi due musicisti, si inserisce pertanto in un contesto ben più ampio ed importante, rivolto a valorizzare il ricordo, l’opera e l’impegno di uno dei più grandi musicisti e didatta del diciannovesimo secolo che ha contribuito allo sviluppo, alla diffusione e alla conservazione di uno dei più grandi patrimoni della musica italiana, e di questo saremo sempre grati a Saverio Mercadante.