Camera e Senato hanno dato il via libera al Governo per la riforma del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità). Il premier Giuseppe Conte ha chiesto e ottenuto (dopo varie polemiche) la coesione della maggioranza su questo tema: “L’Italia -sottolinea Conte- si farà promotrice di una proposta innovativa per integrare il nuovo Mes nell’intera architettura europea”.
In questo 2020 caratterizzato anche dalla crisi economica dovuta al Covid 19, si è molto parlato del Meccanismo Europeo di Stabilità, organismo intergovernativo che ha il compito di intervenire nelle crisi finanziarie legate ai debiti sovrani e al sistema bancario. Il trattato mette in comune risorse (80 miliardi di euro) utilizzabili nel caso in cui uno Stato membro si trovi in difficoltà, evitando che il “contagio” finanziario si diffonda in tutta l’eurozona.
La sua riforma è adesso attesa sul tavolo del Consiglio Europeo. Come spiegato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, essa prevede l’introduzione del backstop comune (paracadute finanziario) nel Fondo di risoluzione per le banche, alimentato con contributi annuali del settore bancario, anticipandolo al 2022 (anziché al 2024).
Nella versione finale questa modifica, su richiesta del fronte rigorista del nord Europa, è stata limitata solo ai Paesi che rispettano il Patto di Stabilità. Per usufruire degli aiuti finanziari, l’Italia dovrebbe invece firmare un accordo.
L’intervento del Mes può comportare anche la ristrutturazione del debito dello Stato interessato, quindi una perdita di valore per chi ha titoli pubblici di quel Paese. Secondo i critici, dal 2022 le clausole di azione collettiva (Cacs) renderebbero più facile questa operazione e, quindi, esporrebbero a maggiori rischi i titoli italiani.
Articolo pubblicato il: 10 Dicembre 2020 11:53