Per l’ubicazione dei centri sorvegliati per i migranti “vedremo: qualche Paese informalmente ha già dato la disponibilità, non l’Italia. Vedremo, ovviamente è un po’ difficile pensare ai Paesi scandinavi, ma non è escluso nessun Paese, neanche la Francia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Europeo.
“E’ inesatto – ha continuato Conte – dire che l’accordo si basa su basi volontarie: è un accordo integrato, come avevamo richiesto, su un nuovo approccio per affrontare il problema. Se vi riferite all’articolo 6, che fa riferimento ai centri di accoglienza che sono installati su base volontaria sul territorio degli Stati membri, ovviamente non si può imporre a nessuno di creare un centro di accoglienza ed è normale che fosse su base volontaria: o forse volevate un centro di accoglienza coatto”, ha aggiunto con una punta polemica.
“L’articolo 6” delle conclusioni del Consiglio sulle migrazioni “parla di centri di accoglienza. E’ qualcosa che si va ad aggiungere alla regolamentazione attuale dei flussi migratori, quindi è un’ulteriore opportunità che viene offerta, ovviamente su base volontaria, e non poteva essere diversamente, per i Paesi che si offriranno. Il che significa un modo un po’ rivoluzionario di gestire, perché vuol dire che con risorse europee, con personale europeo si gestiranno questi centri di accoglienza”.
Il presidente francese Emmanuel Macron, quando ha affermato che i centri sorvegliati per i migranti menzionati nelle conclusioni del Consiglio Europeo dovranno essere ubicati nei Paesi di primo arrivo, “era stanco, lo smentisco – dice il premier Conte –. Ieri abbiamo finito tutti tardi, alle cinque. In realtà quello che mi dite non è scritto né nell’articolo 6 né nell’articolo 12″. “Nell’articolo 6 non si fa riferimento ad un Paese di primo o secondo transito. E non è scritto nell’articolo 12, dove si parla della riforma del regolamento di Dublino, su cui tutti siamo d’accordo, e che abbiamo sottoscritto”.
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Le conclusioni del Consiglio Europeo sulle migrazioni contengono “principi significativi: vi invito a considerare, oltre all’approccio complessivo, un fatto completamente nuovo, che era completamente inaccettabile per molti Paesi ieri sera ed era una delle ragioni che ci hanno costretti a rubare il sonno: azioni condivise, ‘shared’, anche nei salvataggi nell’attività di search and rescue, nei salvataggi in mare”. “E’un principio – ha aggiunto – che non è mai stato affermato prima: lo abbiamo affermato nei fatti, con l’Aquarius, e con qualche atteggiamento risoluto, con la Lifeline, ma adesso è scritto, ‘shared actions'”. All’articolo 5 è scritto che è necessario “un nuovo approccio basato su azioni condivise o complementari tra gli Stati membri per gli sbarchi di coloro che vengono salvati nelle operazioni di ricerca e soccorso”. Quanto ai centri ‘sorvegliati’ per i migranti, “attenzione, voi vi chiedete come li gestiamo, ma stiamo parlando di conclusioni. Vi invito a rileggere la proposta bulgara, che era completamente inaccettabile. Erano poche dichiarazioni: non è che abbiamo discusso il nuovo regolamento di Dublino. Anzi, questa proposta è fin troppo articolata”.
Articolo pubblicato il: 29 Giugno 2018 17:49