Migranti: lo scatto ritrae un padre e la sua bimba di due anni, annegati nel Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine tra Messico e Stati Uniti.
In queste giornate caratterizzate in Italia dalle forti polemiche sulla Sea Watch 3, la nave della ong tedesca con a bordo 42 migranti, la cui comandante, Carola Rackete, ha deciso di entrare in acque italiane per la situazione di stremo delle persone a bordo forzando il blocco a Lampedusa (mandando su tutte le furie il ministro dell’Interno Matteo Salvini), dall’altra parte del mondo arriva una foto choc con protagonisti due migranti.
Lo scatto ritrae un padre e la sua bimba di due anni, morti annegati nel Rio Grande mentre cercavano di attraversare il confine tra Messico e USA. Una foto che sta indignando l’America e il mondo intero, destinata a diventare il simbolo della tragedia dei migranti dal Centro America (come qualche anno fa l’immagine del corpicino di Aylan riverso su una spiaggia turca è divenuta il triste simbolo dell’immigrazione verso l’Europa).
L’uomo era un cittadino salvadoregno, di nome Oscar Alberto Martinez, mentre la sua figlioletta si chiamava Angie Valeria. I due corpi sono a faccia in giù, trasportati a riva dalla corrente sulla sponda sud del fiume, che però non li ha staccati da un abbraccio pieno di umanità e disperazione. La bimba è infatti ancora legata al padre da quella che sembra essere una maglietta con cui l’uomo forse cercava di tenere la piccola stretta a sé nel tentativo di proteggerla.
La tragedia sarebbe avvenuta domenica e i due corpi sono stati ritrovati lunedì. Le autorità americane per ora tacciono, anche se la Camera a maggioranza democratica ha stanziato 4,5 miliardi da destinare alla crisi del confine sud (con la Casa Bianca pronta al veto).
Tutto ciò mentre il massimo responsabile dell’agenzia federale che gestisce i campi al confine del Messico, dove vengono trattenuti i bambini separati dalle famiglie illegali, è costretto a dichiarare le dimissioni: un gruppo di legali ha testimoniato le condizioni terribili in cui i minori sono costretti a vivere, senza cibo adeguato e scarsa assistenza medica.