Circa 150 migranti rischiano di rimanere in strada a Napoli, dopo che lo scorso 13 agosto sono risultati assenti a un controllo della Polizia nei centri di accoglienza straordinaria nei pressi della Stazione di piazza Garibaldi.
Per questo motivo i richiedenti asilo hanno fatto un sit-in a piazza Plebiscito, manifestando poi fino alla Prefettura, per chiedere di non essere espulsi dai centri, temendo di perdere il diritto a rimanere nelle strutture in attesa del pronunciamento sulla loro domanda d’asilo. A solidarizzare con i manifestanti, varie associazioni antirazziste e centri sociali (tra cui Ex Opg, Less Onlus e l’Associazione 3 Febbraio).
Intorno alle 12, una delegazione delle associazioni, insieme a un gruppo di migranti e con padre Alex Zanotelli, è stata poi ricevuta dal prefetto Carmela Pagano per discutere della difficile situazione. I migranti colpiti dall’ordinanza della prefettura hanno 5 giorni di tempo per motivare la loro assenza.
E, qualora essi non risultassero convincenti, dovranno lasciare i centri in cui sono ospitati, ma non l’Italia. Per il momento resteranno tutti nelle strutture, in attesa della fine dell’istruttoria. Intanto le associazioni sono pronte a fare ricorso al Tar, sostenendo gli immigrati nella loro protesta.
Uno degli striscioni che ha accompagnato la protesta è stato il seguente: “Il problema di piazza Garibaldi non sono i migranti ma la camorra”. A tal proposito, durissime le parole pronunciate da padre Alex Zanotelli: “La politica italiana non ne vuole più sapere né di migranti, né di rom, né di senza fissa dimora – ha detto il parroco a “Il Mattino”- Questo è il dramma che stiamo vivendo in questo momento. Buttarli fuori vuol dire buttarli in mano alla camorra. In una città come Napoli è una follia”.
Foto in evidenza: “Il Mattino”
Articolo pubblicato il: 28 Agosto 2018 18:36