sabato, Dicembre 28, 2024

Mila Maraniello quando la Digital Art diventa poesia

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Giuseppe Giorgio
Giuseppe Giorgio
Caporedattore, giornalista professionista, cura la pagina degli spettacoli e di enogastronomia

L’artista Mila Maraniello espone sue opere realizzate utilizzando le nuove tecnologie al Pan per “Napoli Expò Art Polis”.

Entrata a pieno merito in quel novero degli artisti digitali, Mila Maraniello, 21 anni, continua a riscuotere consensi e positive attestazioni con le sue opere realizzate utilizzando le nuove tecnologie.

Allieva dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, la giovane pittrice ha già al suo attivo numerose mostre mentre, molto apprezzate, sono state le sue tavole illustrative per il nuovo libro “Cantico dei Cantici” di cui l’autrice è la mamma Slobodanka Ciric.

Ricca di un’incredibile forza d’animo, lo provano le sue opere recentemente esposte al Pan per “Napoli Expò Art Polis”, Mila, con le sue creature riproduce i valori dell’uomo e dei suoi sentimenti più interiori. Analizzando i contenuti dei suoi lavori, è possibile scorgere, tra giochi cromatici drammatici e un linguaggio libero e privo di formalismi, il rinnovarsi dell’essere umano rispetto alla moralità e ai significati più profondi dell’esistenza.Mila Maraniello quando la Digital Art diventa poesia

Tutti elementi che nel formare un’unica armonia, raffigurano la gerarchia dell’essere. Colori, quelli espressi da Mila, che riescono a tradursi nella lettura intima delle problematiche esistenziali dell’umanità al cospetto di una conoscenza capace di esprimere il concetto eterno dell’essere nella sua evoluzione nel tempo.

Intensamente rivolta ad esternare quel senso di inquietudine dell’artista e dell’essere vivente dinanzi all’avanzare della digitalizzazione, Mila Maraniello nelle sue opere dona all’osservatore delle immagini ora legate al dolore del genere umano, ora strettamente connesse al suo interiore desiderio di liberazione.

«Le emozioni che l’opera digitale può suscitare nell’artista al confronto di un’opera tradizionale – ha spiegato l’artista- non sono molto differenti. La digital art può procurare tante sensazioni in più per effetto di quella componente umana dinanzi alla tecnologia. Cosa che non può accadere con la pittura tradizionale che si compone di fattori naturali e anche di errori. Nell’opera digitale, cosi come accaduto per le mie illustrazioni del libro “Cantico dei Cantici”, cerco di esprimere l’amore in tutte le sue sfaccettature compreso quando è presente ma al tempo stesso distante fino a disintegrarsi nel nulla». 

«La mia evoluzione – ha continuato la giovane pittrice- è legata all’avanzare della mia istruzione d’artista. Nella prima esposizione ero ancora molto influenzata dalle avanguardie storiche e dal modo di pensare dei primi del Novecento. Poi, un poco annoiata da queste visioni già tante volte riprese, ho voluto cercare qualcosa di veramente nuovo. Sono cambiata come persona perchè sono riuscita ad essere più aperta e più me stessa. Di conseguenza ciò si nota nella mia arte. Prima cercavo di fare delle opere che potessero piacere a più persone ma che non parlavano veramente di quello che sentivo. In un certo senso avevo paura di esprimermi mentre adesso ho raggiunto una maggiore sicurezza utilizzando più tranquillamente tutti quegli espedienti artistici che rappresentano la mia personalità».

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