Montesarchio: un arresto e decreto di sequestro preventivo di tre milioni di euro nei confronti di sette società.
All’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento (guidata da Aldo Policastro), personale della Questura e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Benevento, ha eseguito una misura di custodia cautelare in carcere, disposta dal Gip di Benevento, su richiesta della Procura, nei confronti di un cittadino beneventano residente a Montesarchio, per i delitti di associazione per delinquere, trasferimento fraudolento di beni, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, indebita compensazione.
Disposto inoltre un decreto di sequestro preventivo di 7 società, comprensive degli asset aziendali, di beni strumentali, di beni mobili e immobili alle stesse intestate – con sedi legali ed unità operative in Roma, Firenze, Prato, Benevento, Montesarchio (BN), Apollosa (BN) e nelle provincie di Verona, Aosta e Terni, operanti nei settori alberghiero, della consulenza tecnologico informatica, dei rifiuti, del noleggio autovetture, del commercio di prodotti petroliferi e della fabbricazione di mobili – tutte riconducibili all’arrestato, per un valore di oltre tre milioni di euro, oltre ad un immobile fittiziamente intestato ad un’indagata ma riconducibile all’arrestato.
Inoltre, è in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, per un valore di Euro 1.059.858,76 relativo a depositi bancari, titoli finanziari, beni mobili ed immobili nella disponibilità di 4 società a Responsabilità Limitata nonché dei legali rappresentanti, nonché un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per un valore di Euro 1.291.605,59 per due truffe perpetrate a danno dello Stato per l’erogazione di contributi pubblici.
L’attività investigativa, indirizzata sin da subito nei confronti dell’arrestato, pluripregiudicato ed elemento di spicco della criminalità operante nella Valle Caudina, ha consentito di acquisire gravi indizi in ordine ad una operazione sistematica di intestazione fittizia di società, beni immobili e mobili posta in essere dal medesimo, finalizzata ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali.
Un episodio emblematico delle modalità operative particolarmente elaborate dal gruppo criminale investigato è quello emerso in relazione alle due condotte di truffa contributiva, laddove uno degli indagati, dimorante in Svizzera, provvedeva a portare in Italia in contanti parte delle somme erogate per il finanziamento pubblico, pari a circa 600mila euro in banconote di franchi svizzeri, per la distribuzione tra i coindagati.