lunedì, Dicembre 23, 2024

Morbillo a Catania, muore un bimbo di 10 mesi

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Maria Sordino
Maria Sordinohttps://www.2anews.it
Maria Sordino - cura la pagina della sanità, sociale, attualità, è laureata in Scienze Biologiche, scrittrice.

Nuovo caso mortale di morbillo a Catania, il terzo dall’inizio del 2018: all’ospedale Garibaldi è morto un bambino di 10 mesi, non vaccinato perché ancora troppo piccolo.

Ieri mattina, alle 10.15, un bimbo di 10 mesi è morto per complicanze legate al morbillo presso l’ospedale Garibaldi di Catania. Il piccolo era stato trasferito due giorni fa in Rianimazione, dopo che le sue condizioni respiratorie e cardiocircolatorie si erano aggravate all’ospedale di Acireale, dove era stato inizialmente ricoverato.

Data l’età, non poteva essere ancora vaccinato, visto che, secondo il piano vaccinale nazionale, la prima dose di morbillo, parotite e rosolia (MPR) è prevista tra i 13 e i 15 mesi. Il bimbo deve quindi aver contratto il virus da una persona più grande, che a sua volta non era vaccinata.

Morbillo a Catania, muore un bimbo di 10 mesiA tal proposito, Il dottor Sergio Pintaudi, direttore del reparto di rianimazione nell’ospedale Garibaldi-Centro di Catania, ha fatto un’appello: “Il tragico evento occorso al piccolo paziente, deve essere di monito affinché tutti capiscano che vaccinandosi si protegge non solo se stessi ma tutta la comunità“.

L’immunità di gregge, o di gruppo, è infatti quel fenomeno per cui, raggiunto un certo livello di copertura vaccinale tra la popolazione (il 95%), anche le persone non vaccinate (perché troppo piccole, o immunodepresse, o deboli perché malate) godono dei benefici dell’immunizzazione ugualmente, in quanto circondate da vaccinati, che quindi non trasmettono la malattia e ne evitano il propagarsi.

Dall’inizio dell’anno, a Catania sono 218 i casi di morbillo diagnosticati. Da settembre, è il quarto caso di decesso: lo scorso anno è morto un uomo di 42 anni, il 22 gennaio un ragazzo di 27 e pochi giorni fa, il 28 marzo, una ragazza 25enne. In Italia, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità (Iss) sono 411 i casi registrati nei primi due mesi 2018.

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