L’avvio della fase 3 coincide con il ritorno della movida anche a Napoli, dove nello scorso fine settimana non sono mancati problemi di ordine pubblico. Nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 giugno, a via Aniello Falcone è scoppiata una maxirissa. La presenza di una pattuglia della Polizia municipale ha evitato il peggio, con due agenti che hanno fronteggiato un gruppo di oltre quindici persone (di cui la metà se le stavano dando di santa ragione). A testimoniare la gravità dell’accaduto le diverse tracce di sangue sulla strada assieme ai vetri mandati in frantumi delle auto parcheggiate.
Inoltre, durante il servizio di controllo del territorio, la Polizia di Stato ha arrestato due uomini (30 e 35 anni), per lesioni personali aggravate, resistenza e minacce a Pubblico Ufficiale. I due sono stati fermati dagli agenti che hanno notato l’auto su cui viaggiavano sfrecciare ad alta velocità nel traffico di via Caracciolo, compiendo anche alcune manovre pericolose. Le forze dell’ordine, con il supporto della volante del commissariato San Ferdinando, hanno quindi bloccato la vettura ma il conducente, una volta sceso, si è rifiutato di sottoporsi al test alcolemico e, insieme al passeggero, ha minacciato e aggredito i poliziotti.
I provvedimenti di Regione Campania (divieto di asporto di alcolici dopo le 22) e Comune di Napoli (aumentato lo spazio di occupazione di suolo dei locali) sembrano inefficaci in molte zone:
“Il centro è preso d’assalto – dice Gennaro Esposito, presidente del Comitato Vivibilità Cittadina – Delirio ovunque sabato ai Quartieri Spagnoli, via Nilo, Bellini. Multe e controlli a Calata Trinità Maggiore. Il divieto di assembramento esiste come regola, ma nei fatti è scomparso. L’aumento delle occupazioni di suolo pubblico ha ristretto gli spazi. La densità abitativa di Napoli non consente distanziamento. Servono altre restrizioni”.
Articolo pubblicato il: 8 Giugno 2020 10:53