Potrebbe aver tratto spunto da un video postato su YouTube che parla delle cinque cose “pericolosissime” che i ragazzi fanno su Internet Igor Maj, il 14enne che è morto soffocato il 6 settembre dopo essersi stretto una corda da roccia intorno al collo. La procura di Milano ha disposto “il sequestro preventivo d’urgenza dei siti ove vengono pubblicati video, tutorial e messaggi” che parlano di ‘blackout’ – ossia un soffocamento volontario per provocare lo svenimento – e di altre pratiche estreme, “nonché dei relativi alias e nomi di dominio presenti e futuri rinviati ai siti medesimi e agli indirizzi Ip” associati a questi domini.
A disporre il sequestro sono stati il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Letizia Mocciaro, che nel frattempo hanno aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Il provvedimento è avvenuto “mediante ordine agli Internet Service Provider operanti sul territorio nazionale, di inibizione e rimozione dei files video i cui contenuti risultano richiamare le pratiche” pericolose. I siti verranno anche “deindicizzati dai motori di ricerca Google e Microsoft”, nonché avverrà “il blocco dei DSN”.
Per Siciliano e Mocciaro “si tratta di capire chi vi sia dietro questo macabro gioco, e soprattutto, se Igor sia stato indotto psicologicamente o obbligato a compiere un tale gesto estremo da parte di qualcuno”. Nel decreto con cui è stato disposto il sequestro dei siti, si legge anche che della “pratica assurda” del ‘blackout’, “che consiste nel privarsi dell’aria per periodo sempre più lunghi fino a svenire per poi riprendere conoscenza”, “si era iniziato a parlare dallo scorso mese di febbraio, quando un altro 14enne venne trovato in fonderia di vita a Tivoli, provincia di Roma, strangolato dal cavo della sua PlayStation, poi morto qualche giorno dopo all’ospedale Gemelli”.
La morte del ragazzo, trovato dai familiari nella sua stanza in un appartamento della immediata periferia di Milano, era stata ritenuta un suicidio. I carabinieri hanno ora trovato il video nella cronologia del computer del 14enne, appassionato di arrampicata come il padre, Ramon Maj, scalatore molto conosciuto a Milano. Il filmato è stato postato in Rete un anno fa ed è stato visualizzato da quasi un milione di persone. Una voce elenca le pratiche più pericolose diffuse tra gli adolescenti, soprattutto negli Stati Uniti, che vengono mostrate passo passo, ma invita a non imitarle. In questa ‘carrellata’, oltre al blackout, chiamato anche anche ‘Fainting Game’ o ‘Chocking Game’ nello slang della rete, si spiega anche come “sballarsi senza la droga” solo grazie alla musica e vengono mostrate altre pratiche pericolose, come assorbire alcol versandoselo sugli occhi. Per la famiglia del 14enne sarebbero state proprio quelle parole e quelle immagini a spingere Igor a mettersi la corda intorno al collo e a lasciarsi cadere dal suo letto a castello. L’esito dell’autopsia, eseguita nei giorni scorsi, aiuterà i carabinieri e il pm Mauro Clerici a chiarire meglio le circostanze della morte del ragazzo. Il magistrato è anche in attesa dei risultati degli accertamenti eseguiti sullo smartphone del 14enne.
I genitori del ragazzo hanno raccontato la vicenda con un lungo messaggio sul sito pareti.it, uno dei portali di riferimento per gli scalatori. “È successa una brutta disgrazia a una delle nostre famiglie di climbers – si legge nel post – e ne parliamo solo previo consenso. È morto Igor Maj, uno dei figli di Ramon Maj, attivo e conosciuto climber dell’area di Milano. Igor era un bravo arrampicatore, non un fenomeno ma appassionato e soprattutto coraggioso, una qualità che è diventata merce rara tra i ragazzi e i ragazzini. Purtroppo non ha avuto paura a lasciarsi coinvolgere da un gioco che con la scalata non c’entra nulla e che sta diventando incomprensibilmente popolare tra gli adolescenti che hanno accesso a Internet, il cosiddetto black-out”.
Il padre e la madre del 14enne hanno anche tenuto a mettere in guardia gli altri genitori di adolescenti sui rischi di giochi come questo: “Fate il più possibile per far capire ai vostri figli che possono sempre parlare con voi – si legge -, qualunque stronzata gli venga in mente di fare devono saper trovare in voi una sponda, una guida che li aiuti a capire se e quali rischi non hanno valutato. Noi pensiamo di averlo sempre fatto con Igor, eppure non è bastato. Quindi cercate di fare ancora di più, perché tutti i ragazzi nella loro adolescenza saranno accompagnati dal senso di onnipotenza che se da una parte gli permette di affrontare il mondo, dall’altra può essere fatale”. L’ultima immagine di Igor che gli amici e la famiglia vogliono trasmettere è questa: “Lo abbiamo visto crescere in falesia insieme ai genitori e lo abbiamo visto diventare un giovane uomo che strizzava le prese come noi e così lo vogliamo ricordare”.
Articolo pubblicato il: 13 Settembre 2018 16:23