mercoledì, Dicembre 4, 2024

Myung-Whun Chung, trionfa al Ravello Festival 2018 con Ravel e Berlioz

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Carlo Farina
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Carlo Farina - cura la pagina della cultura, arte con particolare attenzione agli eventi del Teatro San Carlo, laureato in Beni culturali, giornalista.

La prestigiosa Orchestre Philharmonique De Radio France, protagonista al Ravello Festival 2018, in una serata di grande musica sinfonica, nella splendida e suggestiva cornice del Belvedere di Villa Rufolo.

La prima cosa che colpisce nella direzione di Myung-Whun Chung, prestigioso ospite alla 66° edizione del Ravello Festival 2018 e protagonista assoluto della serata sinfonica del 14 luglio scorso, è senza dubbio il gesto, quella magica sovrapposizione di una lunga serie di indicazioni tecniche che il direttore impartisce all’orchestra, dopo il meticoloso e attento lavoro delle prove.

Ebbene il gesto di Chung si riduce all’essenziale, con un ‘eleganza stilistica di sublime fascino e con una gestualità di raffinata bellezza. Il compito gli è stato “facilitato” dalla presenza della prestigiosa Orchestre Philharmoinique De Radio France, una delle più grandi formazioni musicali del vasto panorama sinfonico mondiale.

Myung-Whun Chung, trionfa al Ravello Festival 2018 con Ravel e Berlioz

Fondata nel 1937 dalla compagnia pubblica nazionale francese, si esibisce regolarmente nei più grandi teatri del mondo con un repertorio vastissimo, riscuotendo sempre un grande successo di pubblico e di critica. L’atmosfera di quel mondo fiabesco al quale Ravel si era ispirato con la celebre suite Ma Mere l’Oye del 1912, concepita originariamente per pianoforte a quattro mani, è stata riprodotta alla perfezione nella serata ravellese aperta proprio con questo piccolo e inteso capolavoro, un delizioso quadretto realizzato in musica da un Ravel in stato di grazia.

Dello stesso autore è stata poi proposta la Seconda Suite dal balletto Daphnis et Cloé, che il grande impresario russo Diaghilev sollecitò a Ravel, sempre alla ricerca di nuove idee per arricchire il repertorio ballettistico di un altro capolavoro, cosa che gli riusciva spesso e bene.

Chung, nella sua attenta e raffinata interpretazione, ha saputo cogliere con delicata raffinatezza quei particolari passaggi musicali, lavorando sugli archi a seconda dello strumento solista impegnato in quella particolare frase musicale, prima con il flauto (eccellente solista) e poi con il corno inglese (altrettanto bravo).

La Sinfonia Fantastica, op. 14 composta nel 1830 dal bizzarro e originale Hector Berlioz, un genio multiforme, letterato oltre che musicista, ha aperto la seconda parte della serata, che con questo brano ha introdotto per la prima volta la cosiddetta musica “a programma” romantica. Un programma che vede protagonista un giovane musicista che per amore si avvelena e cade in un sonno profondo da cui scaturiscono tutte le più profonde e tristi sensazioni musicali.

Il modello che Berlioz qui usa è ancora di carattere beethoveniano, e i suoi cinque meravigliosi movimenti sono concepiti come un grande romanzo ottocentesco, dove la donna amata si trasforma in una melodia che attraversa e ritorna continuamente nei cinque movimenti citati. Anche in questo caso direttore e orchestra, perfettamente in simbiosi, hanno regalato un’interpretazione eccellente, con un suono “pulito”, preciso e dalle intuizioni melodiche e timbriche davvero sorprendenti.

La Sinfonia fantastica (o di fantasia) che fu composta a soli 27 anni e che reca come sottotitolo Episodi della vita di un artista, resta un pezzo di musica pura ed espressiva come poche pagine orchestrali di questo grande musicista francese, del quale Chung ha saputo cogliere anche quegli aspetti più profondi e magici, con una grande ed efficace solidità professionale, dettata dalla sua lunga e consolidata esperienza direttoriale.

Quella stessa esperienza che gli ha permesso di ottenere un grande risultato, senza preoccuparsi minimamente delle insidie che un’esecuzione di questo genere può comportare in ambiente aperto come il Belvedere di Villa Rufolo, una “prova” che ha superato tranquillamente, con la totale ovazione da parte di un pubblico entusiasta e soddisfatto per l’alto livello di bravura, raggiunto.

Restando ancorato a quella particolare sensibilità che lo lega ormai da anni al repertorio francese, Chung ha concesso al pubblico ormai in piedi e in delirio, l’atteso bis con il Preludio dalla Carmen di Bizet, congedandosi nel miglior modo possibile e lasciando ancora in tutti noi quella atmosfera magica che orchestra, autore e direttore stesso hanno creato cosi bene e con immensa professionalità.

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