Napoletani scomparsi in Messico: uno dei poliziotti corrotti ha fornito l’identikit del boss che pagò 43 euro per il sequestro.
Sembra esserci una svolta sul caso dei tre napoletani scomparsi in Messico nello stato di Jalisca, Raffaele Russo (60 anni), suo figlio Antonio (25 anni) e il nipote Vincenzo Cimmino (29enne), dei quali non si hanno più notizie dallo scorso 31 gennaio. Sequestrati dalla polizia locale e venduti per 43 euro nelle mani di un malavitoso locale, un certo Don Angel, i fari sulla vicenda li ha riaccesi la famiglia dieci giorni fa quando, sostenuta dall’avvocato Claudio Falleti, ha chiesto chiarezza sul ruolo del boss messicano che pagò quella cifra ai poliziotti corrotti per prendere in consegna gli ostaggi (i familiari hanno anche fatto appello al presidente della Camera, Roberto Fico, affinchè la vicenda non cadesse nel dimenticatoio). Anche i media messicani hanno ridato attenzione al caso, chiedendo alle autorità locali di non abbassare la guardia e mettendo in moto nuove investigazioni giornalistiche, dalle quali è venuto fuori un dettaglio che potrebbe essere determinante. L’emittente televisiva Imagen è infatti riuscita ad entrare in possesso di una copia del faldone sul caso dei napoletani. Come riporta “Il Mattino”, oltre alla denuncia ufficiale sulla scomparsa, in quel fascicolo sono conservate anche le copie degli interrogatori ai poliziotti corrotti, dai quali emerge l’identikit di Don Angel, i cui dettagli sono stati forniti da uno degli agenti: si tratta di un uomo dal fisico tarchiato, con carnagione e capelli scuri, di circa 50 anni, uscito da un furgone rosso della Mazda. Dopo tale novità, per cui Don Angel non è più soltanto un nome, potrebbero svilupparsi nuovi filoni di investigazione su questo caso, che tiene in angoscia la famiglia dei tre napoletani da ormai cinque mesi.