La lingua napoletana, a lungo considerata un semplice dialetto, uno dei tanti che compongono il mosaico neolatino della Penisola, frammentata in parlate, accenti regionali, diglossie e bilinguismi, si è guadagnato ormai da tempo lo status di lingua a tutti gli effetti, e un convegno sul tema ne discute.
Napoli – La lingua napoletana è stata riconosciuta come tale dall’Unesco negli ultimi anni, quando noi tutti pensavamo fosse un semplice dialetto, uno dei tanti di quel fascio di varietà in Italia. Nella Sala Congressi di Palazzo Nunziante, in via Domenico Morelli a Napoli, un convegno dal titolo degno di Lina Wertmuller (per la lunghezza) “Napule Na’ Chesta è ‘a lengua d’ ‘o lazzarone e d’ ‘o marchese de Caccavone. A ritroso o in avanti nel tempo la parlata napuletana è la più spontanea, più arguta, più fresca”, discute sui contorni e ravviva il dibattito sulla lingua di Napoli venerdì 26 gennaio 2018.
Alla presenza del Dott. Oreste Cardarelli, Regional Manager FIDEURAM, interverranno al Convegno Luigi Rispoli, presidente dell’AIGE (Associazione Informazione Giovani Europa), Luciano Passariello, consigliere regionale della Campania, i magistrati Roberto D’Ajello, Pietro Lignola, Sergio Zazzera, il giornalista Ermanno Corsi e l’architetto Franco Lista. Ma non mancheranno gli artisti, come gli attori Tullio del Matto e Anna Donato e Romolo Bianco, cantante e attore, nonché scrittore, mentre a moderare l’evento ci penserà la giornalista Laura Bufano.
A distanza di circa 12 anni da quando Luigi Rispoli depositò in Regione un Progetto di Legge per la salvaguardia e la tutela della Lingua Napoletana, approvato dal Consiglio Provinciale con delibera n.12 del 22/03/2006, questo appuntamento si propone di porre nuova attenzione al progetto.
L’AIGE non si è mai fermata ed ha ideato e realizzato eventi in diversi luoghi della città, comprese le scuole (Scuola Media Caduti di via Fani, il Liceo Artistico Statale Palizzi-Boccioni, l’Istituto Statale Isabella d’Este Caracciolo e il Liceo Statale A. Genovesi) per diffondere la conoscenza approfondita della nostra lingua, dichiarata tale dall’Unesco, e pertanto non più dialetto. La Lingua Napoletana è diventata infatti Patrimonio immateriale dell’Umanità, aggiungendosi alla già ricca lista di beni immateriali del nostro paese, primo al mondo per i patrimoni materiali Unesco, ed è stata riconosciuta ormai seconda lingua sul territorio nazionale.