Al 15enne è stata asportata la milza, è ancora in sala di Rianimazione, ma è vigile e cosciente. Ma l’incubo di giovedì sera nella stazione del metro di Chiaiano è ancora presente. Gaetano è ancora sotto choc, ma nonostante l’intervento chirurgico nel corso del quale gli è stata asportata la milza, è riuscito a raccontare alla polizia quei pochi minuti di terrore. Le indagini per individuare i circa 15 responsabili vanno avanti senza sosta. Gli investigatori, oltre a visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza, hanno raccolto la testimonianza della vittima del pestaggio.
Il questore De Iesu in conferenza stampa ha assicurato: “Stiamo sul pezzo da ieri sera si stanno estrapolando immagini e ricostruendo i fatti. Abbiamo elementi investigativi su cui orientare le indagini”. Chiesta anche la collaborazione dei cittadini, ma “anche questa volta nessuno ci ha chiamato per raccontarci quanto successo”.
Molto turbata la madre del 15enne Gaetano, la signora Stella: “Queste cose non devono più accadere, si deve fare giustizia”. La mamma del giovane aggredito ha affidato ai microfoni della Tgr Campania il suo appello. “Mio figlio ha dovuto subire l’asportazione della milza ma poteva capitargli anche qualcosa di peggio. Non è possibile che episodi del genere si ripetono con tanta frequenza”, la donna ricorda il caso di Arturo, il 17enne accoltellato a dicembre nel centro di Napoli. “La prossima volta, a chi toccherà?”, è la domanda non priva di polemica di Stella: “Non siamo tutelati, questa violenza assurda deve finire”.
Il caso di Arturo, che fu gravemente ferito lo scorso 18 dicembre in via Foria torna anche nelle parole del questore: “Sono branchi che si mettono insieme, che eludono anche la sorveglianza dei genitori, forse assenti, e si rendono protagonisti di questi atti vili e di inaudita violenza”. A Napoli ma anche in altre città italiane, l’aggressione di ieri non è il primo caso che riguarda minorenni. Anni fa il governo propose «la creazione di un garante dei minori», capace di essere tutore ed educatore ma anche «di far rispettare la legge». Già, ma quale legge? Il Codice penale minorile è praticamente fermo al 1930. Prevede la non imputabilità dei minori di 14 anni, la semimputabilità dai 14 ai 18, la possibilità per il giudice di ridurre fino a due terzi la pena, oltre che il perdono giudiziale, sempre lasciato alla discrezionalità del magistrato. Fu anche proposta una legge per abbassare l’età imputabile da 14 a 12 anni e disporre la piena punibilità dei minorenni già a 16 anni. Da tutti i punti di vista, psicologico, comportamentale e sociale, oggi i dodicenni hanno una consapevolezza maggiore dei loro coetanei di qualche decennio fa. Il prossimo governo dovrebbe essere favorevole ad una proposta di legge per l’abbassamento dell’età imputabile. Quanto meno procedere con le altre opzioni: minore discrezionalità dei giudici minorili, inasprimento delle pene, in particolare per i postsedicenni, responsabilità civile dei genitori.