Al centro di un focus de “Il Mattino” ci sono i prefabbricati del “campo bipiani” di Ponticelli, edificati per rispondere all’emergenza abitativa dopo il terremoto dell’80, con oltre 100 alloggi in un’area di 12mila metri quadrati.
La situazione per i 380 residenti è caratterizzata dal degrado (pareti cedevoli, muffa, insetti) e, soprattutto, dalla presenza di amianto, sia nelle coperture che nelle pareti esterne. Esse sono state tra l’altro lacerate in più punti dagli stessi occupanti, per la sistemazione di cavi e antenne.
Pericolosissimi sono anche fili elettrici penzolanti allacciati abusivamente ai contatori, ubicati proprio a ridosso delle “case” e la mancanza di una reale rete fognaria (cui si aggiunge la presenza di ratti). La maggior parte degli abitanti (tra cui anche disabili) sono disoccupati, in una baraccopoli che è uno spaccato difficilissimo di una Napoli Est già piena di problemi (come le “stese” di Camorra).
Il Comune ha quindi ricevuto lunedì 21 gennaio i rappresentanti del comitato in una riunione a Palazzo San Giacomo, convocata dall’assessora Alessandra Clemente (delegata al Patrimonio), cui hanno partecipato i responsabili di vari servizi e i rappresentanti della VI Municipalità.
C’era anche Patrizio Gragnano, portavoce dei residenti, che ha ribadito la necessità di una immediata soluzione abitativa per tutte le persone e proposto la riconversione di tre immobili della zona, attualmente abbandonati ma che potrebbero essere riutilizzati per accogliere le famiglie disagiate.
Il progetto per la demolizione del campo, approvato nel 2017 con una delibera di Giunta, risulta ancora privo di adeguata copertura finanziaria (circa due milioni di euro). Nel 2001 l’occupazione abusiva dell’attuale campo ne rese impossibile la demolizione, mentre furono portate a termine le operazioni di smantellamento del villaggio che sorgeva di fronte a quello attuale.
Foto: “Pas Liguori” e “Il Mattino”
Articolo pubblicato il: 23 Gennaio 2019 10:46