Napoli, la città del sole, del mare e della pizza. Tanto amata e tanto odiata. In questi giorni le strade del centro sono gremite di turisti, è uno spettacolo bellissimo. Ma c’è chi ne parla solo male.
di Chantal Katia Collaro – Nei media italiani e internazionali, la città di Napoli è ancora oggi associata all’immondizia, alla criminalità, alla malasanità ed alla malavita.
Nei notiziari nazionali degli ultimi giorni, si è parlato di Napoli a proposito del crollo della palazzina di Torre Annunziata, l’agguato del pregiudicato di Castellammare ucciso con 8 colpi d’arma da fuoco, il caso delle formiche all’ospedale San Paolo, la stazione di Circumflegrea vandalizzata, la truffa del personale di un ospedale partenopeo che fingevano di essere al lavoro mentre giocavano a tennis.
Perfino, in un libro di geografia della scuola dell’obbligo, si può vedere una foto del lungomare, all’altezza del Castel dell’Ovo, sommerso dai rifiuti. Anche nei mass media stranieri, l’immagine di Napoli non viene risparmiata.
A Barcellona, dopo le elezioni della nuova sindaca, Ada Colau, si è letto nella stampa la preoccupazione della guardia urbana che la città possa essere sconfitta “dal caos e dal disordine pubblico diventando una nuova Napoli”.
In America, Rick Steves, uno degli autori di guide di viaggio più importanti, ha descritto Napoli come la città più “sporca, inquinata e piena di criminalità d’Italia”. Nella stampa francese, Napoli è qualificata con aggettivi sgradevoli come pericolosa, sporca, povera e rumorosa.
La letteratura e la storia hanno certamente contribuito alla brutta fama della città. Nel Decameron di Giovanni Boccaccio (1349-51), e nello specifico nella novella di Andreaccio da Perugia, Fiammetta racconta la storia del giovane mercante perugino che venuto a Napoli per comprare dei cavalli, è truffato, rubato, e perde quasi la vita.
Nella storia con la conquista di Napoli dai piemontesi nel 1860. Di fronte al brigantaggio che si ribellava al nuovo stato, i piemontesi hanno infatti alimentato la cattiva fama della città partenopea. Oggi, molti turisti hanno ancora paura di venire nella città per il terrore di essere derubati o peggio ancora, vittime della criminalità.
I genitori degli studenti che scelgono di fare un soggiorno in Italia tramite l’Erasmus sconsigliano ai propri figli questa destinazione.
Per fortuna, certi vanno al di là e non si lasciano intimidire da questi stereotipi. Come lo scrittore francese, Daniel Pennac, che ha accettato di venire a Napoli per avviare un istituto di alta formazione dedicato ai lavoratori dello spettacolo di cui la sede si trova in piazza del Gesù : «Napoli ha una cattiva fama ma, come per le persone, non bisogna fidarsi senza verificare da sé”, «Qui mi sento sempre a mio agio, mai credere alle immagini negative di città o di persone», prosegue lo scrittore.
Anche il grande regista Ferzan Ozpetek è stato incantato da Napoli. Ha dichiarato in un’intervista a proposito del suo ultimo film “ Napoli velata” le cui riprese sono state girate interamente in città nei mesi di maggio e giugno scorsi : «è una città dalla grande cultura, me ne sono innamorato subito, ma dovrebbe essere raccontata in un altro modo. Ogni volta che vengo a Napoli mi dicono stai attento a quello, stai attento a questo, ma a me non è mai successo niente». Oppure, il 22enne centrocampista polacco, Piotr Zielinski, acquisito da Maurizio Sarri, il tecnico della squadra di calcio del Napoli, che ha dichiarato nel corso di una diretta online seguito alle polemiche scatenate dai giocatori lionesi Gonalons e Tolisso che avrebbero rifiutato di venire nella squadra azzurra per la cattiva fama della città : “è una città stupenda, si vive bene e vorrei restare qui a lungo». Ricordiamo che Napoli era la terza capitale d’Europa, la città a fondare la prima cattedra di economia in Europa, la prima linea ferroviaria: Napoli-Portici, la prima illuminazione a gas in una città italiana, il primo ponte sospeso in ferro, il primo museo al mondo (Museo di Capodimonte), la prima fabbrica di locomotive e materiale ferroviario d’Italia, la prima a costruire edifici antisismici, il primo osservatorio astronomico italiano, il primo telegrafo nazionale, la prima assistenza sanitaria gratuita e la prima assistenza pensionistica. La volontà nazionale di ridurre la città di Napoli al regno della pizza, degli spaghetti e della camorra, a diffonderne una così cattiva immagine è dovuto certamente al fatto che questa città fa paura si, ma non certamente per le ragioni elencate sopra. Napoli è una città che genera timore per le sue potenzialità, forze ed eccellenze. Timore che la città possa riconquistare il posto che gli spetta di dovere nel panorama socio culturale e politico del paese.
La tattica è da Sun Tzu (Sunzi) (544 a.C. – 496 a.C), nell’Arte delle guerra, sempre la stessa: discriminare l’avversario per renderlo più debole.