Cronaca di Napoli: dieci persone sono state condannate per la compravendita illecita di loculi nel cimitero di Poggioreale.
di Luigi Maria Mormone – Il processo di primo grado riguardante la compravendita illecita dei loculi del Cimitero Monumentale di Poggioreale a Napoli, che nel giugno del 2015 portò all’esecuzione di perquisizioni e sequestri da parte della Guardia di Finanza, si è concluso con dieci condanne. L’inchiesta venne avviata dalla Procura nel 2012, dopo la denuncia presentata da una famiglia che, tornata in città dopo una lunga assenza, trovò la propria cappella lussuosamente ristrutturata con tanto di cancello all’ingresso (lavori realizzati dopo che erano state portate via le salme dei propri cari). Le cappelle non possono essere vendute: i titolari, in caso di rinuncia, sono tenuti a informare il Comune affinché si possa procedere a una nuova assegnazione e alla riscossione del prezzo per la nuova concessione. Secondo gli inquirenti, esisteva un consolidato sistema di truffe, favorito anche da informatori che segnalavano le cappelle e i loculi che difficilmente sarebbero stati reclamati dai discendenti. Nella vicenda sono coinvolti titolari di agenzie funebri e diversi dipendenti comunali, accusati di reati che vanno dal falso alla truffa, fino all’associazione per delinquere. La pena più alta (ovvero sei anni di reclusione) è stata inflitta al notaio Filippo Improta (già destinatario nel 2015 di una misura cautelare di sospensione di sei mesi dall’attività professionale), accusato di aver redatto atti falsi per favorire la compravendita illecita. Tommaso Arcucci, Nunzio Assante, Vincenzo Tammaro e Felice Varriale sono stati condannati a quattro anni, Gennaro Guida e Gennaro Reale a tre anni e sei mesi, Vincenzo Bisogni a 3 anni e tre mesi, Rosario Dominech a due anni e Alberto Patruno a un anno e sei mesi.