Cronaca di Napoli: la Guardia di Finanza ha scoperto una serie di fallimenti pilotati per 30 anni allo scopo di non pagare le tasse (disposti 4 divieti di dimora).
La Guardia di Finanza di Napoli, nell’ambito di una inchiesta della Procura su presunti fallimenti pilotati di società di ristorazione, ha notificato quattro divieti di dimora nel Comune di Napoli e messo sotto sequestro preventivo le quote societarie della Gros Riviera srl. Le misure sono state eseguite dai Finanzieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Napoli tra il Capoluogo partenopeo, Portici e Quarto.
Per circa 30 anni un nucleo familiare e il loro commercialista hanno determinato i fallimenti di 4 società di ristorazione avvalendosi di compiacenti “teste di legno”, per evitare di pagare imposte e contributi. Come riporta “Il Mattino”, a questa storica famiglia di imprenditori napoletani è riconducibile il noto Gran Bar Riviera, che, secondo i pm, per decenni ha evitato di pagare imposte al Fisco e contributi ai dipendenti mettendo insieme fondi neri per qualche milione di euro. Il tutto falsificando la documentazione contabile e utilizzando, negli ultimi tempi, dei prestanome (tra cui anche un dipendente che, per conservare il posto di lavoro, si è reso disponibile a ricoprire la carica di amministratore).
Dalle indagini emerge nuovamente il nome del noto commercialista Alessandro Gelormini, agli arresti domiciliari nell’ambito di altre indagini, che, secondo l’ipotesi degli inquirenti, sarebbe stato determinante per la realizzazione degli illeciti.
Il meccanismo fraudolento messo in piedi dagli indagati (Alberto, Simona e Marina Nunziata e Gelormini) ha consentito l’appropriazione indebita di circa 3000 euro come stipendio per ciascuno degli indagati, con omissione degli adempimenti contributivi per i dipendenti, dei pagamenti delle tasse all’Erario e anche delle fatture ai fornitori.
Il denaro sottratto dal Gran Bar Riviera e gli introiti delle bouvette della Fnac del Vomero (che ha chiuso i battenti già qualche anno fa) confluivano in una cassa comune.