venerdì, Novembre 29, 2024

Napoli, il paradosso delle piscine chiuse: molti casi da risolvere per il Comune

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Comune di Napoli: molte piscine (da quella del Collana fino alla Galante e alla Monfalcone) versano in situazioni difficili. Trapanese (presidente Fin Campania): “Siamo pronti ma è tutto fermo”.

Se da un lato ieri c’è stata la riapertura dello stadio Collana, dall’altro la piscina dell’impianto vomerese risulta chiusa da oltre due anni. La sua rinascita è legata ai soldi delle Universiadi, per cui, con lo scioglimento dell’Aru, la questione passerà all’ufficio grandi opere della Regione: previsti interventi infrastrutturali per la sistemazione dell’impianto per un importo di 2,4 milioni di euro. Al momento è stato redatto un progetto esecutivo e approvato il bando di gara: la speranza è di ultimare tutto entro il 2020. Un paradosso, che si aggiunge alla chiusura di altre piscine del Comune di Napoli.Napoli, il paradosso delle piscine chiuse: molti casi da risolvere per il Comune Come riporta “Il Mattino”, l’allarme è stato lanciato dal presidente regionale della Federnuoto, Paolo Trapanese: “Noi siamo pronti, come federazione regionale e nazionale, ma qui è tutto fermo”.

Una situazione che fa male, se si pensa ai numeri da record del nuoto partenopeo: 53 società affiliate (di cui 26 riconosciute come scuole federali) e 6500 atleti.

La piscina Scandone ha riaperto la vasca principale, ma è ancora chiusa quella secondaria. Le società di pallanuoto sono costrette a pagare oltre mille euro tra attrezzatura e fitto dello spazio per una singola gara, a fronte dei 300 euro circa pagati in altre città (l’assessore allo Sport, Ciro Borriello, è impegnato nella riduzione delle tariffe). Napoli, il paradosso delle piscine chiuse: molti casi da risolvere per il Comune C’è inoltre il caso della piscina Galante di Scampia, chiusa dal 21 ottobre a causa del mancato pagamento di affitti arretrati al Comune. L’impianto versa in pessime condizioni e le sole spese di messa in sicurezza sarebbero di circa 500mila euro. L’idea sarebbe quella di affidarla alla Federnuoto, ma la Federazione, come spesso sottolineato, vorrebbe un accordo completo su tutte le piscine cittadine. In quest’accordo si inserirebbe la Scandone, che la Federnuoto vorrebbe diventasse una piscina comunale con lo status di Centro federale.

Senza dimenticare che nello scorso novembre una bomba d’acqua ha fatto crollare il tetto della piscina Monfalcone, già chiusa dal 30 settembre scorso, quando i locali sono stati riconsegnati dalla Rari Nantes al Comune.

L’obiettivo di Palazzo San Giacomo è affidare in via transitoria alla Federnuoto le piscine chiuse, con la Federazione che poi gestirebbe i bandi di assegnazione seguendo le direttive del Comune (garantire l’aspetto sociale e l’apertura alle fasce deboli).

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