venerdì, Novembre 29, 2024

Napoli, morte del poliziotto Pasquale Apicella: tre condanne per omicidio volontario

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Cronaca di Napoli: condanne dai 18 ai 26 anni di carcere (dopo che i pm avevano chiesto l’ergastolo) per i tre rapinatori che nel fuggire provocarono l’incidente in cui rimase ucciso il poliziotto Pasquale Apicella.

Si è concluso il processo per la morte di Pasquale Apicella, il poliziotto di 37 anni deceduto nella notte tra il 26 e il 27 aprile 2020 nel tentativo di sventare un furto a un bancomat di un istituto di credito a Calata Capodichino (Napoli).

I tre imputati, Fabricio Hadzovic (40 anni), Igor Adzovic (39 anni) e Admir Hadzovic (27 anni), tutti domiciliati nel campo rom di Giugliano, sono stati condannati a pene che oscillano dai 18 ai 26 anni di carcere, dopo che i pm Valentino Battiloro e Cristina Curatoli avevano chiesto l’ergastolo per tutti e tre. Come riporta il “Corriere del Mezzogiorno”, la sentenza è stata emessa dalla III sezione della Corte d’Assise, presieduta da Lucia La Posta. È stato riconosciuto l’omicidio volontario e non, come chiedeva la difesa, l’omicidio stradale.

Un quarto componente della banda, il 23enne Renato Adzovic, che aveva preso parte al tentato furto ma non era nell’auto che si scontrò con la vettura della polizia, è stato condannato a 6 anni di reclusione con il rito abbreviato. Pasquale Apicella era su una pattuglia che stava inseguendo i rapinatori, fuggiti dopo aver fallito nel loro intento.Napoli, morte del poliziotto Pasquale Apicella: tre condanne per omicidio volontario I malviventi imboccarono contromano Calata Capodichino, ritrovandosi di fronte l’auto della Polizia. L’impatto fu violentissimo, provocando la morte del poliziotto 37enne e il ferimento del collega, Salvatore Colucci, che era con lui.

Alla lettura della sentenza era presente la vedova di Apicella, Giuliana Ghidotti, costituitasi parte civile nel processo ed entrata in Polizia al termine di un corso riservato ai familiari delle vittime del dovere:

E’ stato riconosciuto l’omicidio volontario, questo è importante – ha detto Ghidotti dopo la lettura della sentenza – Non è stato un incidente come gli imputati volevano far credere. Le condanne in sé non ci interessano. Torno a casa dai miei figli a testa alta, con Lino sempre nel cuore e una grande fiducia nella giustizia”.

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