lunedì, Dicembre 23, 2024

Napoli, Nino Daniele fuori dalla Giunta: proteste del mondo della cultura

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Comune di Napoli: il rimpasto voluto da de Magistris ha visto l’uscita dalla Giunta dell’ormai ex assessore alla Cultura, Nino Daniele. Maurizio de Giovanni: “Atto di tafazzismo”.

Il rimpasto al Comune di Napoli ha portato all’addio di quattro assessori, con alcuni nomi eccellenti usciti dalla Giunta “arancione” di Luigi de Magistris. L’uscita che sta facendo più rumore è senza dubbio quella di Nino Daniele, ormai ex assessore alla Cultura, sostituito da Eleonora de Majo.

Numerose proteste su tale scelta giungono della mondo della cultura napoletana, che Nino Daniele (ex sindaco antiracket di Ercolano) ha cercato in questi anni di valorizzare il più possibile (come testimoniato anche dalla grande ondata turistica in città). Daniele sta ricevendo sui social tantissime manifestazioni di solidarietà da parte di scrittori, esponenti della società civile, operatori culturali e artisti.

A cominciare dalla riflessione appassionata di uno dei massimi esponenti della cultura partenopea contemporanea, lo scrittore Maurizio de Giovanni: “Non ci volevo credere, ma pare sia vero. Rinunciare a Nino Daniele come assessore alla cultura -ha scritto su Facebook l’autore de “I bastardi di Pizzofalcone” e del “Commissario Ricciardi”- significa non aver compreso quello che quest’uomo di incredibile amore ha fatto in un settore assolutamente strategico, di fondamentale importanza per la crescita. Significa buttare via anni di lavoro appassionato, senza soldi, senza strutture, senza potere, inventandosi iniziative e stabilendo contatti con instancabile trasporto.Napoli, Nino Daniele fuori dalla Giunta: proteste del mondo della cultura Significa cedere alle regole tristi di una politica minuscola, al puro scopo di trovare sostegno in parti che con la cultura non hanno niente a che fare. Rinunciare a Nino Daniele significa, e questo dev’essere molto chiaro, rinunciare a tutti quelli che in un modo o nell’altro hanno trovato nel modo di amare la città di quest’uomo gentile, colto e raffinato una corrispondenza precisa.

Rinunciare a Nino Daniele è un atto di incredibile tafazzismo (aggettivo che deriva da Tafazzi, storico personaggio di Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, il quale “amava” colpirsi violentemente le parti basse con una bottiglia di plastica, ndr), e senza mezzi termini la rinuncia a un’anima. Per quanto mi riguarda -conclude amaramente de Giovanni- oggi credo molto meno all’amore per la città di chi la conduce”.

Nino Daniele: “Candidarmi a sindaco? Bisogna costruire un progetto”

All’indomani del rimpasto che lo ha escluso dalla Giunta, Nino Daniele è intervenuto a ‘Barba&Capelli’, trasmissione di Corrado Gabriele in onda su Radio CRC: “Credo che Napoli sia, in questi anni, diventata una delle città più cool in scala internazionale, riprendendo il suo posto nelle grandi capitali della cultura -dichiara l’ex assessore- Credo di aver messo in campo grandi iniziative per rendere tutto ciò possibile. Per adesso ho qualche libro arretrato da leggere”.Napoli, Nino Daniele fuori dalla Giunta: proteste del mondo della cultura Molti esponenti della cultura napoletana vorrebbero Nino Daniele candidato per la poltrona di primo cittadino: “Se persone così autorevoli pensano che io possa candidarmi a sindaco, tutto ciò non può far altro che piacere. Bisogna costruire un progetto -prosegue Daniele- individuarne i punti di forza su cui far leva, puntando al tema sulle relazioni sociali. Napoli è una città determinante per l’Italia, quindi è imprescindibile che ci sia un pensiero di carattere generale tra Napoli, Italia ed Europa”.

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