Comune di Napoli: l’assessore all’urbanistica Carmine Piscopo vuole un confronto sul maxi-progetto di rete elettrica realizzato da Terna.
di Luigi Maria Mormone – Il progetto di riassetto della rete elettrica della città di Napoli realizzato dalla Terna (concessionaria dello Stato per la trasmissione e il dispacciamento dell’energia) trova la resistenza del Comune. Come riportato da “Il Mattino”, in una nota del 23 novembre ai presidenti di commissione Marco Gaudini (Ambiente), Nino Simeone (Opere pubbliche) ed Eleonora De Majo (Urbanistica), l’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo richiama infatti l’odg approvato dal Consiglio comunale lo scorso 3 febbraio, con cui si chiedeva a Terna “l’immediata sospensione del progetto per la realizzazione dell’elettrodotto; di avviare un’interlocuzione al fine di verificare le reali esigenze energetiche della città; l’utilità di tale opera, fermo restando l’autonomia della città nel voler individuare e perseguire politiche volte al risparmio energetico e una maggiore sostenibilità ambientale”. Il Comune di Napoli vuole dunque un confronto sul nuovo progetto di rete elettrica oppure c’è anche il rischio di un ricorso al TAR. I ministeri dello Sviluppo economico e dell’Ambiente hanno approvato quello che è a tutti gli effetti un mega-progetto da quasi 37 milioni di euro. Tali fondi sono destinati alla realizzazione della nuova stazione elettrica di Fuorigrotta da 220/60 kV e all’installazione del nuovo elettrodotto da 220 kV, che dovrà trasportare energia dall’area occidentale fino al Centro Storico. Questo nuovo elettrodotto è destinato a sostituire quello attuale, che ha una capacità ridotta di 60 kV, riducendo sensibilmente il rischio blackout in città. I cavi saranno posati ad una profondità di un metro e mezzo e ricoperti con sabbia, cemento e una lastra protettiva, dipanandosi per 11,5 chilometri da Agnano Astroni-Fuorigrotta, fino alla Galleria Vittoria, passando per la Galleria Laziale, via Caracciolo e via Partenope. I lavori partiranno entro la prima metà del 2018 e dovranno essere portati a termine entro cinque anni. Tutto è stato studiato per ridurre al minimo l’impatto sul territorio e assicurare la continuità del servizio di fornitura elettrica ma il Comune di Napoli non è d’accordo e vorrà approfondire ogni dettaglio del progetto.