Progetto SeaRen, Barbi (Team leader): “La nostra mission: bambini con disabilità alla scoperta del mare e lotta all’inquinamento nel golfo di Napoli”
NAPOLI –“Il progetto SeaReN ha una mission di carattere sociale: vogliamo essere vicini alle persone meno fortunate, portando bambini con disabilità a fare immersioni subacquee nell’ambito e avvicinandoli al mare.
Inoltre, avvieremo una forte campagna di sensibilizzazione contro l’inquinamento da plastica in mare e pensiamo di realizzare un percorso storico legato alle bellezze di Napoli dal mare, in modo da far conoscere a tutti l’enorme fascino della città nascosta”.
Lo ha detto Mariano Barbi, team leader SeaReN, nel corso dell’evento di presentazione del progetto, al Maschio Angioino. La serata è stata organizzata da Marenostrum di Archeoclub d’Italia.
Il progetto “Sea Research Neapolis” (SeaReN) nasce da un finanziamento della Università IULM di Milano, che in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Napoli e il supporto di Marenostrum ha avviato un’attività di interpretazione dei resti del primo approdo di Parthenope a ponente del Castel dell’Ovo.
Il lavoro ha permesso di svelare le tracce del porto greco di 25 secoli fa e dimostrare come Castel dell’Ovo sia stato il cuore della penisola di Megaride, che ospitava un approdo sicuro per chi rientrava da viaggi nel Mediterraneo. Sono stati scoperti, infatti, il tracciato di una strada, sulla quale si vedono le impronte del passaggio di carri, e quattro gallerie scavate in una cresta tufacea, due delle quali collegate.
Filippo Avilia, professore Archeologia Subacquea IULM Milano, evidenzia:
“Abbiamo scoperto, anche sulla base di indicazioni di vecchie cartografie, il probabile primo approdo di Palepolis/Parthenope, la primissima fondazione di Neapolis. Una scoperta che apre scenari legati alla geografia storica e, dal punto di vista sociale, alla possibilità di scoprire Napoli dal mare, facendo fruire a tutta la cittadinanza dell’importanza di questa scoperta”.
Per Davide Tizzano, Olimpionico di canottaggio, “la nostra Napoli si conferma uno scrigno infinito. Questi tesori sepolti sono stati conservati per millenni e ci danno l’idea di quella che è la stratificazione culturale della città. Immaginare vicino la riva bastioni, dighe e scivoli per le navi è bellissimo ed emozionante. Con il progetto Searen si aprono anche nuovi scenari per il turismo subacqueo e sportivo, aspetto molto sottovalutato per una città come Napoli che non vive il mare pur essendone circondata”.
Nelle foto: Mariano Barbi, Filippo Avilia, Davide Tizzano e i fondali di Castel dell’Ovo.