“Napoli rischia di perdere oltre cinque milioni di euro per indotto turistico, la filiera nautica campana oltre 13-14 milioni, ma soprattutto sarà una brutta figura per la nostra città”. L’affermazione è di Gennaro Amato, presidente dell’Associazione Nautica Regionale Campana, che ad ottobre prossimo dovrebbe organizzare l’evento Navigare, il salone nautico sul lungomare di Napoli, ma che al momento è “ingessato” dal parere della Soprintendenza di Napoli.
Il termine ultimo per avviare la macchina organizzativa era stato fissato al 30 maggio scorso e poi fatto slittare al 30 giugno, per risolvere alcune richieste progettuali indicate dall’ente conservatore di territorio. “A dicembre del 2018, dopo aver presentato il progetto ed incassato il parere favorevole del sindaco de Magistris e dell’intera giunta comunale, oltre quella del presidente dell’Autorità Portuale, Pietro Spirito e persino quello della Regione Campania, attraverso l’adesione della Commissione delle Attività Produttive presieduta da Nicola Marrazzo, abbiamo avuto la fortuna di essere supportati nell’iter burocratico dalla Delegata al Mare del Comune, Daniela Villani – racconta Gennaro Amato -. Proprio grazie alla dottoressa Villani siamo riusciti, a gennaio, ad avere un tavolo dei servizi per dare esecutività al progetto dove però la referente della Soprintendenza non partecipò per problemi personali gravi. Una riunione ad hoc successiva, per capire se il progetto incontrasse il parere favorevole della Soprintendenza, servì a modificare in parte i contenuti del salone che presentammo, successivamente, aggiustati secondo direttive indicate.
I conti sono ben chiari, il salone nautico Navigare prevedrebbe un afflusso, in dieci giorni, di circa 40mila visitatori e tra questi almeno 10mila giungerebbero da fuori regione. Considerando un costo medio degli “stranieri” pari a circa 300 euro al giorno (alberghi, trasporti, pasti, shopping, etc.) la cifra complessiva è pari a 3 milioni di euro ai quali vanno aggiunti almeno altri 2 milioni di euro per indotto degli altri 30mila visitatori di Napoli e provincia. Se poi oltre l’economia per indotto si considera quello che perderebbe la filiera nautica allora i conti davvero non tornano.
“Tra barche, accessori e servizi lo studio di fattibilità realizzato dallo studio Management Service del dottore commercialista Alberto Bruno, indica un potenziale di vendita del prodotto nautico per circa 13/14 milioni di euro – sottolinea Gennaro Amato – con una vendita di circa 100/110 imbarcazioni tra i 6 e 15 metri e considerando che tra incassi di gestione si prevede una cifra pari a quanto dovremmo spendere, circa 250 mila euro (occupazione suolo, allestimenti, alaggi e trasporto barche, pontili galleggianti, investimento promozionale in comunicazione, personale, permessi, etc.), appare ovvio che l’azione è tutta rivolta alla produttività della nautica in Campania e non certo a fare lucro organizzativo dell’evento”.
Insomma le lancette girano e le speranze diminuiscono oltre che rischiare anche di fare una brutta figura per la città di Napoli che vede, con certe istituzioni, sempre più il mare come una barriera invece di una risorsa economica.
Articolo pubblicato il: 27 Giugno 2019 17:50