Chiusura domenicale: il Governo “gialloverde” ha trovato l’intesa per superare le liberalizzazioni di Monti. Si prevede l’apertura per 26 domeniche (una su due) e 4 giorni festivi l’anno.
Uno dei temi più discussi dal Governo M5S-Lega è stato quello della chiusura domenicale dei negozi, col vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, che ha spesso auspicato il superamento delle liberalizzazioni del Governo Monti. L’accordo è stato raggiunto e il testo base sulle aperture domenicali dei negozi è stato depositato dal relatore Andrea Dara (Lega) in commissione Attività produttive (per poi passare a Camera e Senato).
Saranno previste 26 aperture domenicali su 52 (una domenica su due) e chiusura degli esercizi commerciali nelle 12 festività laiche e religiose (con una deroga per 4 giorni festivi di apertura, da stabilire su scelta delle Regioni). Un’altra deroga riguarda i centri storici e i negozi “di vicinato”, che potranno rimanere aperti tutte le domeniche (eccetto le festività). Riguardo le zone turistiche, si prevede che le aperture si possano concentrare in alta stagione. Al mare le 26 domeniche saranno quindi concentrate nei mesi estivi, da aprile a settembre, mentre in montagna si divideranno tra la stagione sciistica (dicembre-marzo) e quella del trekking e delle passeggiate (luglio e agosto).
Nei comuni fino a 10mila abitanti saranno aperti i negozi fino a 150 metri quadri, mentre in quelli con più di 10mila abitanti saranno aperti i negozi fino a 250 metri quadri. L’accordo è arrivato dopo una mediazione tra le posizioni di partenza. Il M5S puntava a tenere aperto il 25% degli esercizi commerciali, mentre la Lega proponeva un tetto di otto aperture.
In tutto si arriva fino a 30 aperture “extra”, con le date delle aperture “standard” che saranno scelte dalle Regioni, le quali si confronteranno con le associazioni di categoria e sindacati: allo stesso modo, Regione per Regione, si decideranno le festività in cui gli esercizi potranno lavorare.
Chiusura domenicale dei negozi: multe fino a 60mila euro per chi non rispetterà nuovi obblighi
Come in precedenza, saranno sempre aperte le rivendite di generi di monopolio, quelli in alberghi, campeggi e villaggi. Sempre aperti anche quelli lungo le autostrade, in stazioni, porti e aeroporti. Apertura libera anche per giornalai, gastronomie e rosticcerie, pasticcerie e gelaterie, fiorai, librerie, negozi di mobili, di dischi, antiquari, e chi vende ricordini e artigianato locale. Sempre aperti anche i cinema, negozi di parchi divertimento, stadi e centri sportivi. Previste multe salate per chi non rispetterà i nuovi obblighi: da 10mila a 60mila euro che raddoppiano in caso di recidiva. I proventi serviranno a combattere gli abusivi e contribuiranno al decoro urbano.