giovedì, Dicembre 26, 2024

Nocera Inferiore, mancano ambulanze Covid: bimbo con malattia grave attende 4 ore al Pronto soccorso

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Luigi Maria Mormone
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Luigi Maria Mormone, cura la pagina di cronaca su Napoli e provincia, attualità e sport (pallanuoto, basket, volley, calcio femminile ecc.), laureato in Filologia Moderna, giornalista.

Nocera Inferiore: la mancanza di ambulanze per il trasporto dei malati Covid 19 ha costretto un bambino affetto da Cdg ad attendere 4 ore al pronto soccorso prima di essere trasportato al Policlinico “Federico II” di Napoli.

Arriva da Nocera Inferiore la storia di una famiglia che sta lottando con tutte le proprie forze contro la Cdg (disturbo congenito della glicosilazione, malattia metabolica molto rara che in Italia conta appena 15 casi), la quale ha colpito il piccolo Genny (5 anni).

Come se non bastasse, il bimbo è risultato anche positivo al Covid 19, malattia che in casi di gravi patologie pregresse può risultare fatale (come purtroppo già accaduto tante volte in quest’anno di pandemia). Eppure, questa famiglia ha vissuto nella serata di venerdì 12 marzo una lunga odissea.

Come riporta “Il Mattino”, la mancanza di ambulanze specifiche per il trasporto dei malati Covid ha costretto il bimbo a un’attesa di ben quattro ore al Pronto soccorso di Nocera Inferiore, per poi essere trasportato al Policlinico “Federico II” di Napoli, dove è attualmente ricoverato insieme alla madre Mariarosaria (anche lei positiva al virus).

Madre e figlio si erano recati in autoambulanza all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, dove i medici del pronto soccorso avevano subito consigliato il trasporto all’ospedale partenopeo: il problema è che mancavano autoambulanze adatte per il trasporto nonostante i giovani della Croce Azzurra di Nocera Superiore, che avevano già accompagnato il bambino all’Umberto I, si fossero offerti spontaneamente di effettuare il trasporto gratuitamente.

Mio figlio è ricoverato a Napoli con la madre. Entrambi hanno il Covid 19 ma combattono, soprattutto mio figlio. -afferma il padre Giuseppe Sorrentino (in isolamento domiciliare perché anche lui positivo al virus) – Abbiamo atteso per ben 4 ore fuori al pronto soccorso prima di essere trasportati a Napoli. Una situazione assurda”.

A questo punto, sorge spontanea una domanda: perché le famiglie che hanno un bimbo con una malattia così rara non hanno avuto priorità nella somministrazione del vaccino assieme al personale sanitario, visto che questi piccoli pazienti hanno patologie gravi e rientrano nelle categorie protette?

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