Nuova frontiera per i trapianti d’organo: una ricerca su 2700 trapiantati di rene, condotta dalla Columbia University di New York e dall’Università di Torino, ha consentito l’identificazione del gene LIMS1, possibile responsabile di molti casi di rigetto. Il gene sarebbe responsabile della codifica di una proteina in grado di determinare incompatibilità fra chi ce l’ha e chi non ce l’ha.
L’organismo, infatti, riconoscendola come estranea, attua una risposta di rigetto nei confronti dell’organo trapiantato.
«L’esito di questo studio ha implicazioni importanti, – spiega la professoressa Silvia Deaglio, del gruppo di ricerca della Genetica dei Trapianti di Torino – queste informazioni genetiche possono essere utilizzate per trovare le combinazioni più compatibili quando si selezionano i riceventi da trapiantare. Già oggi – prosegue la ricercatrice – si eseguono i test sulle caratteristiche genetiche dei tessuti per scegliere quali dei pazienti in lista di attesa presenti le caratteristiche più simili a quelle del donatore. Introducendo anche l’analisi sulla presenza del gene LIMS1 si potranno migliorare gli abbinamenti tra donatore e ricevente e, di conseguenza, l’esito dei trapianti.»
Ogni anno nel mondo più di 130mila persone ricevono un trapianto di organo. In Italia nel 2018 sono stati fatti 3.718 trapianti, più del 10% dei quali presso l’Ospedale Universitario Città della Salute e della Scienza di Torino. La sopravvivenza a cinque anni si attesta intorno al 70%.
Articolo pubblicato il: 20 Maggio 2019 9:00