Operazione antidroga tra Napoli e Caserta: in manette anche il patrigno di Raffaele Perinelli
C’è anche il compagno della madre del giovane calciatore accoltellato a morte tra le persone arrestate nell’ambito del maxi blitz antidroga che ha visto coinvolti soggetti lungo tutto il territorio campano.
Nelle prime ore di questa, nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dalla Dda della Procura di Napoli, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere (Ce) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di 72 indagati, dei quali 2 in atto gia’ ristretti, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Il provvedimento cautelare recepisce gli esiti di una complessa attivita’ di indagine, condotta tra i mesi di febbraio 2015 e maggio 2017, in merito alla riorganizzazione della gestione delle piazze di spaccio nel comune di Santa Maria Capua Vetere e nelle aree limitrofe, nei comuni di San Tammaro, Curti, Casapulla, San Prisco e Macerata Campania, conseguente alla disarticolazione del gruppo Fava avvenuta nell’anno 2013. Gli spunti offerti dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e le ulteriori attivita’ investigative, consistite in attivita’ tecniche di intercettazioni, telefoniche ed ambientali, captazione di immagini attraverso telecamere spia, servizi di Ocp e riscontri, hanno consentito di confermare l’ipotesi degli inquirenti in ordine al fatto che l’attivita’ di spaccio del tipo cocaina e crack, lungi dal fermarsi, si articolasse in nuove e piu’ articolate forme, con la diffusione di vere e proprie piazze di spaccio nel comune sammaritano che si approvvigionavano dello stupefacente nella provincia di Napoli.
L’approfondimento delle fonti di approvvigionamento, in particolare della cocaina, ha consentito di appurare che analogo sistema delle piazze di spaccio era presente anche in diversi contesti territoriali delle province di Napoli e Avellino, con molteplici soggetti a cui erano affidate, attraverso una suddivisione particolareggiata dei ruoli, le funzioni di acquisto, gestione e spaccio dello stupefacente. In particolare, l’estensione dei mezzi investigativi su un numero sempre maggiore di soggetti ha consentito di isolare quattro ulteriori strutture associative finalizzate alla commissione di analoghi delitti, ovvero: un gruppo operante nell’area vesuviana, segnatamente nei comuni di Acerra, Pomigliano D’Arco, Castello di Cisterna, Somma Vesuviana, San Vitaliano e Marigliano.
Per tale gruppo e’ stata riconosciuta anche l’aggravante dell’associazione armata; un gruppo attivo nell’area nord-ovest della provincia di Napoli, comune di Giugliano in Campania; un gruppo operativo nell’area nolana e in quella della confinante provincia di Avellino, nei comuni di Nola, Cimitile, Camposano, Roccarainola e Avella; un gruppo localizzato nei quartieri napoletani di Scampia, Secondigliano e Capodichino.
Coinvolto il patrigno, ma escluso un coinvolgimento della madre di ‘Lello’ Perinelli
Compare anche il compagno della madre del 21enne calciatore napoletano Raffaele Perinelli, ucciso il 6 ottobre scorso nel quartiere napoletano di Miano con un coltellata al petto durante una lite, tra le persone finite in manette oggi nell’operazione antidroga realizzata da carabinieri del Comando Provinciale di Caserta. Si tratta del 40enne Giuseppe Pitirollo, fratello di Andrea (anch’egli arrestato), ritenuto uno dei capi della piazza di spaccio attiva nei quartieri della periferia napoletana di Secondigliano, Scampia e Capodichino. L’indagine odierna ha smantellato cinque organizzazioni dedite allo spaccio di droga, cocaina e crack soprattutto, operative in tre province campane, Caserta, Napoli e Avellino. Tra queste c’era la base controllata dai Pitirollo.
Dalle indagini comunque non emerge alcun coinvolgimento della madre di Perinelli, con cui Pitirollo aveva iniziato una relazione non troppo tempo fa. Il giovane Perinelli, pur vivendo in un ambiente dalla forte caratterizzazione criminale – il padre Giuseppe, ex esponente dei Lo Russo, fu assassinato in un agguato nel 2003 – era incensurato e aveva scelto una vita diversa, ovvero di puntare sulla carriera sportiva.