Alle 2 di domenica 28 marzo tornerà l’ora legale: le lancette degli orologi dovranno essere spostate in avanti di un’ora. La convenzione, adottata per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo, durerà fino a domenica 31 ottobre, quando si tornerà all’ora solare, spostando nuovamente gli orologi indietro di un’ora.
Le giornate dunque “si allungheranno”. Nonostante le indiscrezioni che ipotizzavano un’abolizione dell’ora legale in Italia, è stata depositata in sede Ue una richiesta formale di lasciare invariata la situazione.
Una scelta diversa rispetto a Francia, Germania, Finlandia, Lituania, Svezia ed Estonia, che hanno abolito una consuetudine, quella del passaggio dall’ora solare all’ora legale, che in Italia dura dal 1916 (durante la Prima Guerra Mondiale).
I Paesi del Nord, nei mesi estivi abbondantemente ricchi di sole fino a tarda ora, ne hanno infatti chiesto l’abolizione sulla scia di appositi sondaggi pubblici, portando il tema sui banchi dell’Unione Europea. La mozione non è però passata all’esame di Strasburgo e nemmeno dei ministri europei, che hanno deciso di rimandare la questione a quest’anno.
Negli anni, l‘ora legale ha assunto, per molti studiosi americani come europei, i contorni di un problema di salute pubblica, perché considerata dannosa per i ritmi sonno-veglia, in particolare delle persone più fragili, come bambini e anziani.
Un’ora di sonno in meno e la necessità di risparmiare globalmente energia. Tale cambiamento, infatti, ci ruberà sessanta minuti di sonno che verranno recuperati in questa ultima data, quando le lancette dovranno essere retrocesse. L’ora legale inizia come ogni anno l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre.
Com’è noto, questa pratica, che da noi è in uso dagli anni ’60, il cambio d’orario provoca una serie di conseguenze sui normali bioritmi che sono stati anche oggetto di studio per alcune conseguenze negative non difficilmente percepibili: tra tutte, un aumento degli attacchi cardiaci.
“L’inizio dell’ora legale, scrivono ad esempio i ricercatori del Karolinska Institut di Stoccolma, sono come un enorme esperimento naturale. In particolare noi abbiamo notato un aumento del 4% degli attacchi cardiaci nella settimana successiva all’introduzione”. Una ricerca su 14 studenti coordinata da Antonio Tonetti dell’Università di Bologna e pubblicata su Chronobiology International, ad esempio, ha trovato un maggior numero di risvegli notturni e una maggiore difficoltà ad alzarsi dal letto nei giorni successivi all’arrivo dell’ora legale.
Altri effetti negativi, che per una ricerca sugli Annals of Human Biology non sono contrastati neanche da una particolare combinazione di geni che facilita il sonno, sono stati trovati sugli ormoni dello stress, che aumentano del 5%, e persino sulla propensione a distrarsi sul web mentre si è al lavoro.
Per uno studio sul Journal of Applied Psychology questa ‘sale drammaticamente’ per effetto del sonno peggiore. Ci sono però ovviamente anche dei lati positivi derivanti dal cambio. Il primo, quello per cui è nata la pratica, è il risparmio energetico. Gli esperimenti condotti sul ‘laboratorio’ costituito dall’ora legale hanno svelato anche effetti positivi sulla salute.
La possibilità di avere più ore di luce nel pomeriggio, ad esempio, aiuta a combattere l’obesità infantile, mentre una ricerca pubblicata sul Journal of Safety Research ha trovato che la luce naturale serale diminuisce il rischio di incidenti stradali.
Aggiornato in data 26 marzo 2021 ore 18,00
Articolo pubblicato il: 26 Marzo 2021 18:00