Alle 2 di domenica 31 marzo 2019 tornerà la ora legale: le lancette degli orologi dovranno essere spostate in avanti di un’ora. La convenzione, adottata per sfruttare meglio l’irradiazione del sole durante il periodo estivo, durerà fino a domenica 27 ottobre, quando si tornerà all’ora solare, spostando nuovamente gli orologi indietro di un’ora.
Adottata per la prima volta in Italia durante la prima guerra mondiale, nel 1916, l’ ora legale permette di risparmiare ogni anno un centinaio di milioni di euro sulla bolletta energetica.
Ma, nonostante sia comunemente utilizzata da decenni in gran parte dell’Occidente, non tutti i Paesi sono d’accordo nel mantenerla. In Russia è stata abbandonata nel 2014, mentre in Europa è motivo di scontro tra fronte del Nord, capitanato dalla Finlandia ma supportato anche da Austria e Germania, e fronte del Sud.
I Paesi del Nord, nei mesi estivi abbondantemente ricchi di sole fino a tarda ora, ne hanno infatti chiesto l’abolizione sulla scia di appositi sondaggi pubblici, portando lo scorso anno il tema sui banchi dell’Unione europea. La mozione non è però passata all’esame di Strasburgo e nemmeno dei ministri europei, che hanno deciso di rimandare la questione al 2021.
Il Parlamento europeo infatti voterà oggi la proposta di porre fine al doppio cambio stagionale delle lancette degli orologi dal 2021, con un lieve ritardo quindi rispetto alla proposta iniziale della Commissione Ue che ipotizzava l’abolizione entro fine 2019.
Come riporta “Il Mattino”, sull’argomento lo scorso anno si era tenuta una consultazione popolare: su circa 4,6 milioni di persone (3,5 milioni solo tedeschi), l’84% si era detto favorevole all’abolizione. Ora sta al Parlamento approvare o meno la posizione della Commissione Trasporti, che ha portato a due anni il lasso di tempo per applicare le eventuali nuove norme.
Articolo pubblicato il: 26 Marzo 2019 10:54